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Migranti

L'Italia che sta con la Sea Watch

27 giugno 2019 | 17.06
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Donazioni, sciopero della fame, fazzoletti rossi: cittadini e attivisti si mobilitano per l'Ong tedesca

(AFP)
(AFP)

Staffetta del digiuno, donazioni, sciopero della fame, presìdi. Mentre è ancora stallo sulla Sea Watch, in attesa di ricevere l'autorizzazione allo sbarco, si moltiplicano le iniziative di solidarietà in tutta Italia: azioni e manifestazioni a supporto della scelta della comandante Carola Rackete, che ha deciso di varcare le acque territoriali italiane, e dei 42 migranti che da settimane vivono in condizioni di estrema difficoltà a bordo dell'imbarcazione.

STAFFETTA DEL DIGIUNO
- Si chiama #FateliScendere l'iniziativa dell'avvocata e blogger Giulia Selvaggi nata per contestare la scelta del governo italiano di non permettere lo sbarco a Lampedusa. Dopo che la Corte europea dei diritti umani aveva rigettato il ricorso dell'Ong tedesca per ottenere l'autorizzazione a sbarcare, la situazione si era aggravata: "Abbiamo comunicato ai naufraghi la decisione della Corte di rigettare il ricorso. Sono disperati. Si sentono abbandonati" scriveva qualche giorno fa Sea Watch su Twitter. Così Giulia Selvaggi ha deciso di attivarsi. "Di fronte all’inerzia dei nostri governanti, ho pensato di lanciare un’iniziativa per dire che noi invece ci siamo: una staffetta del digiuno, un modo simbolico per chiedere di fare scendere i naufraghi che sono sulla Sea Watch" ha scritto su Twitter la promotrice della staffetta, che in pochissimi giorni ha ricevuto più di 250 adesioni. Poi mercoledì, dopo la scelta della comandante, la decisione di mettere uno stop all'iniziativa: "Continuano ad arrivare mail per chiedermi di aderire alla staffetta del digiuno - fa sapere la blogger -. Vista la situazione direi di fermarci".

CI PASSA LA FAME - La rete di attivisti e attiviste di #CiPassaLaFame ha confermato per il 28 giugno una giornata di mobilitazione a sostegno della Sea Watch, una "giornata senza mangiare per i diritti dei migranti" con la messa in pratica di azioni concrete. L'iniziativa è nata "dal bisogno di attivarci, come cittadini, come essere umani, dedicando parte del nostro tempo a una causa per noi vitale, quella della libertà di movimento e del diritto all’asilo". La data di attivazione segue quella del 28 gennaio, quando in migliaia (1.290 in Italia, tantissimi da diversi Paesi europei) si erano mobilitati per ricordare le vittime del Mediterraneo e per mantenere alta l'attenzione sulle condizioni disumane dei lager libici. Sono già più di 120 le persone che hanno aderito: per partecipare, si legge sul sito di #CiPassaLaFame, è possibile scegliere di compiere diverse azioni concrete come donare a un'associazione che favorisce l'accoglienza dei migranti, digiunare per l'intera giornata o saltare un pasto, o organizzare una serata di confronto e dibattito.

PRESIDI DA NORD A SUD - Nei giorni scorsi diverse città italiane, tra cui Palermo e Torino, avevano organizzato dei presidi di solidarietà per la Sea Watch. In tanti avevano deciso di dormire sulle scalinate delle chiese delle due città. Mercoledì sera è arrivata anche la risposta della Capitale: la rete Restiamo Umani e Mediterranea Roma hanno organizzato un presidio a Piazzale dell’Esquilino per oggi, 27 giugno, alle ore 18. Le due associazioni, si legge nell'evento Facebook, intendono lanciare una "mobilitazione permanente nella nostra città per sostenere la Sea Watch, il suo equipaggio e accogliere chi sbarca, per chiedere l'immediato dissequestro della Mare Jonio, per contrastare - in tantissimi - il Decreto Sicurezza bis, cornice normativa di questa barbarie".

FAZZOLETTI ROSSI - Infine, 'Not in my name'. "La propaganda di Salvini giocata sulla pelle dei migranti, di chi cerca accoglienza e trova disumanità è lo specchio dell'Europa dell'austerità: forte contro i deboli e debole contro i forti" ha dichiarato Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale dell’Unione degli studenti. "Respingiamo, per questo, l'Europa che blocca 42 persone e chiede tagli su sanità e istruzione". L'UdS ha fatto sapere che, "come studentesse e studenti, indosseremo durante gli esami di maturità un fazzoletto rosso simbolo delle morti in mare e sul lavoro, contro gli ostacoli delle disuguaglianze sociali ed economiche: se la libertà d’insegnamento e d’opinione non sono più diritti garantiti a scuola e nel Paese, allora lanciamo un forte messaggio di dissenso e chiediamo al Governo di bloccare i tagli e aprire i confini".

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