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Omicidio Varani, padre di Luca: "Ucciso da lupi affamati"

29 giugno 2019 | 15.21
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Il papà chiede l'ergastolo per Manuel Foffo. Attesa il 13 luglio la sentenza definitiva della Cassazione sulla morte del giovane, avvenuta il 4 marzo 2016

Foto Adnkronos
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di Silvia Mancinelli

Il 3 luglio la Cassazione si pronuncerà sulla condanna di Manuel Foffo, l'unico imputato rimasto per la morte di Luca Varani, dopo il suicidio in cella di Marco Prato, a gennaio 2017. "Non vogliamo sconti, non vogliamo giustificazioni, non sopportiamo piagnistei e compassione per chi ha ammazzato nostro figlio per il proprio godimento" tuona all'Adnkronos Giuseppe Varani, papà della vittima.

Mancano quattro giorni alla sentenza definitiva che proverà ad alleviare il dolore di questi due genitori orfani dell'unico figlio, adottato piccolissimo dopo anni di tentativi e battaglie. E' il padre a parlare, ad alzare la voce, a infervorarsi quando parla del processo. Sua moglie fa fatica, ancora in cura dalla psicologa che le ha regalato la capacità di riscoprire suo figlio nei sogni.

"Io non mi nascondo a provare rabbia, a chiedere giustizia - dice Giuseppe Varani - non mi hanno mica rigato la macchina. Mi hanno ammazzato Luca e chi è rimasto alla sbarra deve pagare". E ancora: "Come ho dichiarato dalla prima sentenza - continua il padre di Luca Varani - il processo è stato sottovalutato, non si è considerato ciò che è stato fatto a Luca, dando piuttosto importanza ai problemi di Manuel, all'abuso di droga che è stato fatto passare come fosse una giustificazione al delitto, mentre non è che una aggravante. Mancano le accuse vere e proprie, una dinamica dei fatti non è mai stata ricostruita. Ma il processo non parte dalle scuse, si apre da quando mio figlio entra nell'appartamento a quando quella porta si chiude. Quello che viene dopo è strategia".

Il padre della vittima va all'attacco: "Di mio figlio è stato detto di tutto, è stata data una immagine distorta della vittima per favorire i suoi carnefici. Luca aveva tagli sul viso e sul corpo definiti 'di dolore' dal medico legale, fatti sotto minaccia, è stato stordito con l'Alcover nella coca cola. E' stata l'ultima preda dopo tanta fatica dei lupi nel cercare una vittima a caso, hanno fatto 23 telefonate pur di trovare l'agnello sacrificale del loro piacere. Hanno girato per le strade sporche della notte. Ma Luca non lo hanno trovato lì, Luca quella mattina andava a lavorare, aveva da mangiare nello zaino".

Giuseppe Varani va oltre: "Manuel Foffo ha confessato, ha collaborato per prendere il rito abbreviato, salvo poi fare dietrofront. Ma che vuole, farla franca con 10 giorni di carcere? Il signorino si è permesso di dare la pena di morte a mio figlio per il proprio gusto. Ha ucciso per piacere, come si fa ad accettare e sopportare? Lui e Prato lo hanno torturato. Ho fotografie che ho ingrandito e che mostrano il manico del coltello infilato nel cuore di Luca, altro che le armi piccole come asserito dalla difesa. Luca è stato torturato perché 'lo stronzo non vuole morire'. Ma le pene dure da ergastolo non esistono? La premeditazione, l'omissione di soccorso a chi vogliamo darle se non a lui?"

"Come si fa a non approfondire le cose? " si chiede il padre di Luca Varani. "Qualcosa non funziona. Non si considera la vittima, ma solo i carnefici. Quei due hanno ucciso mio figlio. Si sono divertiti con un ragazzo che poteva essere chiunque, Luca è stato attirato lì. Io e mia moglie ci aspettiamo per Manuel Foffo dolore e pena fine mai che abbiamo avuto noi genitori. Perché si deve scordare di quell'omicidio mentre noi passiamo la vita al cimitero? In due, con arnesi, con il martello, con le lame, hanno studiato, e organizzato la fine di mio figlio portandolo a termine come stabilito a dimostrazione dell'assoluta lucidità di entrambi. I giudici riconoscono la gravità dei fatti ma al dunque non applicano pene adeguate. Possono non parlare di tutto, lasciamo da parte premeditazione e omissione di soccorso. Basta che parlino di ergastolo".

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