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Milano, a Palazzo Pirelli mostra su Giovannino Guareschi e la Lombardia

03 luglio 2019 | 08.26
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Don Camillo e Peppone a Palazzo Pirelli. A conclusione dell’anno guareschiano per i 50 anni dalla scomparsa dello scrittore avvenuta il 22 luglio 1968, la sede del Consiglio regionale della Lombardia ospita la mostra 'Il mio cuore è targato Mi', curata dall’associazione Gruppo Amici di Giovannino Guareschi. L’esposizione, visitabile fino al 27 luglio, è stata inaugurata oggi dal presidente del Consiglio regionale, Alessandro Fermi, alla presenza di consiglieri regionali e di Enrico Beruschi, cabarettista e uomo di teatro.

“Siamo interessati a tutto ciò che dà lustro alla Lombardia -ha detto Fermi- e che ha contribuito ad alimentare lo spessore creativo del nostro territorio. E Guareschi, l’indimenticabile papà di don Camillo e Peppone, in questo senso, ha ricevuto molto dalla Lombardia e alla Lombardia ha dato molto: è un rapporto forse finora non approfondito a sufficienza e che questa mostra ci presenta attraverso testi e suggestioni fotografiche. Guareschi e la Lombardia si sono ‘presi’ in modo istintivo essendo due soggetti, due identità con parecchi tratti in comune: la voglia di fare, la schiettezza, la sincerità, l’assenza di timori reverenziali, l’apertura alla realtà, l’amore per il bello e il vero, per la gente e per la sua terra”.

La mostra approfondisce il rapporto tra lo scrittore della Bassa parmense, Milano e la Lombardia e rientra tra le iniziative che l’Ufficio di Presidenza promuove a Palazzo Pirelli nell’ambito di un’attività di valorizzazione della sede del Consiglio regionale, ubicata nel Pirellone. “Quando a Fontanelle, paese natale di Guareschi -ha detto Egidio Bandini, presidente degli Amici di Giovannino Guareschi- nacque l'idea di questa mostra, mi ero limitato a considerarla un bel sogno. Ma ora il sogno si è avverato. Così ecco un nuovo modo di raccontare Giovannino Guareschi: un modo originale, solo perché nessuno sinora lo aveva considerato, ovvero cosa ha significato per Guareschi, la sua vita, le sue opere e la sua carriera, il rapporto con Milano e con la Lombardia. Un rapporto profondo, forte, complesso, ma anche estremamente appassionato. Reciprocamente appassionato, perché la Lombardia ha dato tanto a Giovannino ed egli ha portato nel cuore la Lombardia, proprio come dice il titolo della mostra: "Il mio cuore è targato Mi". Di qui siamo partiti, per un viaggio che, come scrisse Giovannino della città di Milano, comincia sempre e non finisce mai...”.

I pannelli della mostra dedicano spazio anche alla Moto Guzzi, che Guareschi amava, tanto da partecipare al motoraduno del 1949. Le fotografie con la celebre motocicletta sono state raccolte al Museo della Moto Guzzi di Mandello al Lario, che ha messo a disposizione i suoi archivi. Guareschi venne 'reclutato' a Milano da Cesare Zavattini e Andrea Rizzoli, che pensarono a lui, impegnato per il servizio militare a Modena ma già rivelatosi alla Gazzetta di Parma, per dar vita al Bertoldo, settimanale satirico. Da quel 1936 la vita di Giovannino Guareschi si lega a Milano, dove rimarrà a lavorare per 25 anni. Prima il Bertoldo e poi il Candido, i libri (il primo dei quali dal titolo emblematico: “La scoperta di Milano”), i film, il successo internazionale, tutto maturato all’ombra della Madonnina.

Nel 1941 Guareschi compie il suo personalissimo “Giro d’Italia” in bicicletta, partendo da Milano e percorrendo tutta la via Emilia, sino a Rimini (oggetto della mostra “Route 77” che pure verrà riproposta) quindi tornando a Milano dalla riva sinistra del Po, passando per le province di Mantova, Brescia, Lecco, Bergamo e Milano e raccontando tutto dalle colonne del Corriere di Informazione, edizione pomeridiana del Corriere della sera. I pannelli della mostra “Il mio cuore è targato Mi” raccontano questo viaggio di ritorno oltre alle numerose escursioni sui laghi e sulle montagne lombarde, compreso il raduno della moto Guzzi del 1949.

Non mancherà un riferimento ai racconti di don Camillo e Peppone nella metropoli milanese e alle memorie “di famiglia” di Guareschi che era solito citare Milano, le periferie e la Fiera Campionaria. Come messo debitamente in risalto dalla mostra i personaggi del “Mondo piccolo”, e le storie diventate famose e tradotte in 142 lingue nel mondo, sono nate proprio a Milano, la vigilia di Natale del 1946.

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