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Caos Procure

"Anche Ranieri a cena con Palamara"

04 luglio 2019 | 11.36
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Nuove intercettazioni del caso Procure pubblicate dal quotidiano 'La Verità': dopo il nome del presidente della Lazio, nell’inchiesta sul mercato delle nomine al Csm spunta anche quello dell’ex allenatore della Roma

(Fotogramma /Ipa)
(Fotogramma /Ipa)

Dopo il nome del presidente della Lazio Claudio Lotito, nell’inchiesta sul mercato delle nomine al Csm spunta anche quello dell’ex allenatore della Roma Claudio Ranieri, amico di Luca Palamara. Secondo quanto riporta 'La Verità' alle 21 circa di mercoledì 8 maggio a casa di Agazio Loiero, ex ministro del governo Prodi, sta per iniziare una cena in onore del mister. Tra gli ospiti ci sono anche Palamara, "con moglie e trojan al seguito, e diversi medici, come il cardiologo Franco Romeo. C’è pure l’avvocato Guido Calvi, ex consigliere del Csm ed ex deputato di Pds e Ds, in veste di romanista", si legge sul quotidiano diretto da Maurizio Belpietro.

Nelle carte, spiega l'articolo (dal titolo: 'Il derby di Palamara: dopo Lotito alle cene pure il giallorosso Ranieri'), si legge che "Palamara, Claudio e un altro uomo parlano di calcio e di una foto non meglio specificata, di cui Palamara dice: 'Senti ma (incomprensibile) te l’ho fatta vede’ la foto che gli ho mandato […] le donne parlano di una copertina con foto di Icardi'. Il discorso passa alle nomine della magistratura. Palamara, a proposito di quella per il procuratore di Roma dice: 'Siamo in un periodo di fratelli coltelli, no? Volano i coltelli… è una guerra all’ultimo sangue…'. Nelle trascrizioni vengono riportate più le parole di Palamara che non quelle di Ranieri".

Nel discorso che passa dal calcio alle nomine viene fuori, si legge nell'articolo, anche il nome del generale Ciro Di Martino e Ranieri conferma che è stato vicepresidente della Roma. Poi si affaccia un nuovo ospite: "la persona appena arrivata riferisce a Palamara 'è preoccupato per Milano e la Procura è un disastro perché la qualità complessiva non regge […]'. I finanzieri subito dopo annotano che 'tra i commensali è presente una persona che è magistrato a Verona'".

Palamara - scrive La Verità - parla di Consiglio (Csm, ndr) e dice che si è sobbarcato sulle spalle tutto': inizia un serrato dialogo con Calvi. Quest'ultimo "ricorda la 'battaglia' che insieme con Riccardo Fuzio, attuale procuratore generale della Cassazione in disgrazia per i rapporti con Palamara, fece al Csm per la nomina a procuratore di Palermo di Riccardo Lo Forte, all’epoca contrapposto a Franco Lo Voi, attuale candidato per Roma. Calvi la mattina avrebbe detto a Fuzio: 'Se viene Lo Voi sono guai per te e per me'. Forse per questo Fuzio era interessato alle mosse di Palamara".

Poi verso la fine della cena - sempre secondo il resoconto della Verità -arriva il momento del totonomi. "Palamara si rivolge a Calvi: 'Guido dammi il foglietto che ti scrivo il procuratore di Roma'. Intorno si percepisce stupore e allora Palamara precisa che sta scherzando, quindi aggiunge: 'Però come Guido sa dietro la votazione del Consiglio c’è un lavorio no…dietro che…'. Il trojan lo ha scoperto in tempo reale e i piani sono saltati. Nell’occasione pare che Ranieri, almeno lui, non abbia svelato gli altarini della Roma, né il nome del suo successore".

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