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Caso Orlandi, "tombe vuote"

11 luglio 2019 | 09.03
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Concluse le operazioni nel cimitero Teutonico. Il legale della famiglia di Emanuela, scomparsa 36 anni fa: "Non ci sono sepolture e non ci sono ossa". Il fratello Pietro: "Mi sembra assurdo". Portavoce Vaticano: "Né reperti, né urne. Verifiche su interventi strutturali". Stanza in cemento armato sotto una delle tombe

(IPA/ FOTOGRAMMA)
(IPA/ FOTOGRAMMA)

"Non ci sono sepolture e non ci sono ossa: le due tombe sono completamente vuote, è incredibile". Lo ha detto l'avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia di Emanuela Orlandi, scomparsa 36 anni fa, al termine delle operazioni di apertura delle due tombe nel cimitero Teutonico. Operazioni che "si sono concluse: una tomba è in fase di chiusura; per l'altra è stato disposto l'ordine che resti aperta ancora per qualche ora. L'unica certezza - sottolinea Sgrò, lasciando Città del Vaticano con Pietro Orlandi - è che non ci sia nessun cadavere sepolto in nessuna delle due tombe. Siamo tutti quanti siamo rimasti tutti meravigliati di questa cosa".

"E' vergognoso che dopo 36 anni o per omertà, o per paura, o per utilità personale, chi sa, perché c'è chi è vivo e sa, non metta a disposizione degli inquirenti le proprie informazioni per dare finalmente giustizia ad Emanuela" ha detto ancora l'avvocato. "Emanuela deve essere trovata e la risposta deve essere data non solo alla famiglia ma anche allo Stato italiano. Perché è una scomparsa legata a troppe vicende oscure di questo Paese. Chi sa qualcosa ci aiuti, ci chiami".

"Pietro qualche giorno fa, ricordando Emanuela, ha detto che chi tace e complice. Lo pensiamo tutti quanti. La famiglia Orlandi - ha proseguito - ha bisogno e diritto di avere risposte. Sono passati 36 anni e cambiate tante cose: i governi, i Papi, tutto. E ora di dare risposte a questa famiglia".

Le operazioni di apertura sono iniziate in mattinata, come disposto dall'ufficio del Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano:a chiedere questa verifica era stata con un'istanza la famiglia dopo l'arrivo di una lettera anonima con l'indicazione della Tomba dell'Angelo presente nel piccolo cimitero dello Stato Vaticano, 'Cercate dove indica l'angelo' era riportato nel messaggio.

RESTI SPOSTATI? - I resti delle principessa Sophie von Hohenlohe e della principessa Carlotta Federica di Meclemburgo potrebbero essere state spostate nel corso di alcuni lavori effettuati in passato nel cimitero teutonico. Per verificare questa ipotesi sono già in corso, a quanto apprende l'Adnkronos, gli accertamenti dell'ufficio del Promotore di Giustizia sui registri del cimitero conservati nella Città del Vaticano. Un'attività necessaria a ricostruire i vari passaggi e verificare se i resti possano essere stati spostati, insieme a quelli di altre sepolture, nel corso di alcuni lavori strutturali, di consolidamento del cimitero effettuati alcune decine di anni fa.

LA STANZA 'SEGRETA'- Sotto una delle due tombe "c'era una sorta di stanza e siamo scesi insieme al dottor Portera per andare a fare delle verifiche", ha spiegato l'avvocato Sgrò con il perito Portera. "C’è una stanza con una struttura in cemento armato e abbastanza recente - ha spiegato il perito - assolutamente non compatibile con una sepoltura dell'Ottocento: questo è un dato oggettivo. Pur essendo in un altro Stato mi sembra strano che non vi sia qualche documento che ci dica se lì c'era un corpo o se si trattava di una sepoltura in ricordo della principessa. Ci deve essere un documento o un incartamento ed è doveroso che venga condiviso anche con la famiglia Orlandi. Se non ci sono le bare è difficile dire se sia stato traslato qualcosa".

"Ora è importante verificare dal punto di vista burocratico se è nella conoscenza dello Stato del Vaticano la presenza o meno di corpi all’interno di questi sarcofagi", ha detto il perito.

VATICANO - L'apertura ha dato esito negativo nel senso che non sono stati trovati "né resti umani, né urne funerarie" ha poi reso noto il portavoce vaticano, Alessandro Gisotti, spiegando che "si sono concluse alle 11:15 le operazioni al Campo Santo Teutonico nell'ambito delle incombenze istruttorie del caso Orlandi. Le ricerche hanno dato esito negativo: non è stato trovato alcun reperto umano né urne funerarie".

Nel dettaglio, Gisotti fa sapere che "l'accurata ispezione sulla tomba della Principessa Sophie von Hohenlohe ha riportato alla luce un ampio vano sotterraneo di circa 4 metri per 3,70, completamente vuoto. Successivamente si sono svolte le operazioni di apertura della seconda tomba-sarcofago, quella della Principessa Carlotta Federica di Mecklemburgo. Al suo interno non sono stati rinvenuti resti umani. I familiari delle due principesse sono stati informati dell'esito delle ricerche".

Agli accertamenti hanno collaborato il personale della Fabbrica di San Pietro, il professor Giovanni Arcudi, coadiuvato dal suo staff, alla presenza di un perito di fiducia nominato dal legale della famiglia di Emanuela Orlandi. Erano presenti l'avvocato della famiglia e il fratello di Emanuela. Hanno seguito tutte le fasi dell'operazione il Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, Gian Piero Milano, e il suo aggiunto Alessandro Diddi, insieme il Comandante del Corpo della Gendarmeria Vaticana, Domenico Giani.

"Per un ulteriore approfondimento - spiega ancora Gisotti -, sono in corso verifiche documentali riguardanti gli interventi strutturali avvenuti nell'area del Campo Santo Teutonico, in una prima fase alla fine dell'Ottocento, e in una seconda più recente fase tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso".

Gisotti, in mattinata, ha anche spiegato il perché della decisione di aprire due tombe: "Come indicato nel decreto del Promotore di Giustizia Vaticano, le operazioni riguardano la 'Tomba dell’Angelo' della Principessa Sophie von Hohenlohe e la tomba attigua della Principessa Carlotta Federica di Mecklemburgo. Sebbene la tomba indicata dal legale della Famiglia Orlandi sia, infatti, quella con l’Angelo che tiene tra le mani un libro aperto con la scritta 'Requiescat in pace', il Promotore di Giustizia - trattandosi di due tombe vicine ed entrambe con una edicola similare - al fine di evitare possibili fraintendimenti su quale potesse essere la tomba indicata, ha disposto l’apertura di entrambe".

PIETRO ORLANDI - "Tutto mi aspettavo tranne che trovare tombe vuote" ha detto poi Pietro Orlandi. In merito a una delle due tombe, ha spiegato che "tempo fa il custode diceva di essere stato incaricato dalla famiglia di tenere anche fiori e lumini. Mi sembra assurdo che le famiglie non sappiano. A questo punto - ha proseguito - anche loro dovrebbero risentirsi e chiedersi dove sono i resti dei loro parenti".

L'apertura delle tombe "era un atto doveroso - ha detto ancora Pietro Orlandi - per togliere un dubbio da parte nostra e anche da parte loro. Voglio sottolineare che quello che accaduto è importante perché il Vaticano ammette che ci possa essere una responsabilità interna, fatto che veniva escluso categoricamente prima. Questa collaborazione concreta e onesta fa pensare che loro possono avere qualche dubbio. Questo è l’aspetto positivo, il resto è tutto da verificare".

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