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"Armstrong? Attore pagato", parla il re dei terrapiattisti

20 luglio 2019 | 18.02
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Albino Galuppini nega che l'impresa sia davvero avvenuta, sostenendo la tesi secondo cui sarebbe stato il regista Stanley Kubrick a girare il finto sbarco in studi top secret

(Afp)
(Afp)

di Antonio Atte

"La avverto che questa chiamata è registrata". Albino Galuppini è il leader dei terrapiattisti italiani e oggi, 20 luglio 2019, cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna, ritiene non ci sia da festeggiare alcunché, perché a suo dire (e secondo migliaia di altri seguaci della teoria del complotto) su quel satellite l'essere umano non ha mai messo piede.

Interpellato telefonicamente dall'Adnkronos, Galuppini nega che l'impresa di Neil Armstrong e del resto dell'equipaggio dell'Apollo 11 sia davvero avvenuta, sostenendo la tesi secondo la quale sarebbe stato il regista Stanley Kubrick a girare il finto sbarco in studi top secret: "Non c'è nessuna prova che siamo andati sulla Luna. Le prove le ha fornite la Nasa e non c'è nessuna 'parte terza' che abbia verificato il materiale fornito dall'Agenzia spaziale americana. Dal punto di vista tecnico sono innumerevoli i problemi che un'impresa del genere comporterebbe oggi, figuriamoci negli anni '60. E mi riferisco soprattutto all'affidabilità dei razzi...".

Fotografie, filmati, scritti e testimonianze di luminari della scienza che smentiscono senza appello la più celebre e fortunata delle teorie complottiste, per Galuppini non sono da prendere in considerazione: "Armstrong &Co? Chiaramente gente pagata, militari. E' come se qualcuno fotografasse la torre degli Asinelli di Bologna e la spacciasse per la torre di Pisa: uno che non può andare a Pisa deve per forza fidarsi. Lo stesso vale per le foto della Nasa...".

Ma se la Terra è piatta, come sostiene il re dei terrapiattisti italiani, cos'è la Luna? "E' una luminaria - risponde Galuppini, autore, tra l'altro, di alcuni libri sull'argomento - ed è molto colorata: ci sono foto, non smentite, in cui si vede chiaramente il colore blu. Basta osservarla con un telescopio. Da lontano sembra giallastra, ma è colorata. Perché la Nasa ci mostra sempre le foto della Luna in bianco e nero?". Quesiti che riportano indietro le lancette della storia in barba a secoli di scoperte scientifiche.

La conversazione torna sulla questione dell'allunaggio, che secondo l'americano Bill Kaysing - autore del libro 'Non siamo mai andati sulla luna' e nume tutelare dei complottisti - fu una messinscena filmata in segretissimi studi cinematografici.

"Secondo Kaysing, è stato Kubrick a girare il finto allunaggio nell'Area 51, zona off limits situata nel deserto del Nevada. Lì - spiega il terrapiattista - hanno costruito la finta narrazione degli alieni, ma in realtà ci sono gli studi dove sono stati costruiti i paesaggi lunari. Kaysing sostiene che quei set siano ancora lì, conservati come una specie di museo. Probabilmente pensavano di utilizzarli per nuove missioni, ma questa è una mia idea...".

Il viaggio ai confini del complotto non finisce qui. Lo stesso Kubrick - sostiene Galuppini, citando un'altra celebre teoria cara ai negazionisti - avrebbe disseminato il film 'Shining' di indizi sul presunto finto allunaggio. "Basti pensare al maglione indossato nel film dal bambino, con il disegno del razzo e la scritta 'Apollo 11', e alla stanza 237 dell'Hotel, dove il numero rimanda alla distanza della Luna dalla Terra (237mila miglia). Lo stesso film '2001 odissea nello spazio', del 1968, sarebbe stato girato per mettere a punto la tecnologia necessaria a simulare l'allunaggio", osserva Galuppini.

Ma quale motivo si celerebbe dietro una così dispendiosa operazione? Galuppini tira un lungo sospiro: "E' una bella domanda. Quello che posso dire, è che lo sbarco sulla Luna non poteva avvenire, è stata una colossale messinscena. Una costruzione che è servita a controllare la gente, a far crescere la sua fiducia nella scienza in sostituzione della religione. E' tutto organizzato dalla massoneria per negare la veridicità della Bibbia e di Gesù". La telefonata finisce qui, ma la teoria del complotto, c'è da scommetterci, continuerà a far proseliti chissà per quanto tempo ancora.

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