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Barca con 60 migranti a sud di Malta, situazione critica

26 luglio 2019 | 15.28
LETTURA: 4 minuti

La segnalazione dell'Alarm Phone: "Più di 40 ore in mare, terminate le scorte d'acqua". Sea Watch sulla tragedia a largo della Libia: "Nel Mediterraneo è la desolazione". Resta in attesa la nave 'Gregoretti'. Salvini: "Niente sbarco senza impegno concreto dell'Ue"

(Foto Afp)
(Foto Afp)

"Questa mattina siamo stati allertati della presenza di una barca in difficoltà con 60 persone a bordo a sud dell'Isola di Malta. I migranti dicono di aver trascorso oltre 40 ore in mare e di aver terminato le scorte d'acqua. L'ultimo contatto con l'imbarcazione c'è stato più di 3 ore fa. La situazione è critica. Le autorità maltesi sono state informate". E' quanto rende noto, attraverso Twitter, Alarm Phone.

Resta intanto ancora in attesa di conoscere il porto dove poter sbarcare i naufraghi la nave 'Gregoretti' della Guardia costiera, con a bordo 141 migranti. Cinque dei 50 naufraghi soccorsi ieri da un peschereccio di Sciacca (Agrigento) sono stati fatti sbarcare a Lampedusa per motivi sanitari. Gli altri sono ancora sulla nave.
"Non darò nessun permesso allo sbarco finché dall’Europa non arriverà l’impegno concreto ad accogliere tutti gli immigrati a bordo della nave. Vediamo se alle parole seguiranno dei fatti. Io non mollo", ha ribadito dal canto suo il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Non si placano intanto le polemiche dopo il naufragio avvenuto ieri al largo delle coste di Al Khoms, in Libia. "Ieri ero a bordo dell’aereo di @PVolontaires quando è avvenuta la più grande tragedia del 2019 nel Mediterraneo. Non si sa se siano 100 o 150 le persone affogate in questo naufragio. È stata un'esperienza devastante trovarsi a poche miglia ed assistere ad una intercettazione da parte di una motovedetta libica di due gommoni", racconta Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch Italia a bordo di 'Colibrì' nel momento della tragedia. "Quello che mi ha fatto impressione è la desolazione: nel Mediterraneo non c'è nessuno. c'è la assoluta volontà di far si che a queste persone non sia lasciata nessuna possibilità se non annegare o essere riportati all'inferno", prosegue la Linardi definendo "incredibile" l'approvazione di un decreto sicurezza bis "mentre persone continuano a morire o ad attraversare questo mare disperatamente e sono completamente sole o in mano ad aguzzini".

SUlla tragedia è intervenuta anche l'Ue, sottolineando che il naufragio avvenuto ieri al largo delle coste libiche "ci ricorda in modo tremendo i rischi che ancora affrontano le persone che intraprendono questi viaggi pericolosi verso l'Europa", viaggi che vanno "prevenuti", anche se deve essere contemporaneamente continuato il lavoro "cruciale" di salvare vite in mare.
"Abbiamo seguito quello che è successo - ha affermato la vice portavoce capo della Commissione Europea Natasha Bertaud, durante il briefing con la stampa a Bruxelles - ogni vita persa è una di troppo. Il nostro scopo è sempre stato quello di prevenire la perdita di vite in mare. Continueremo gli sforzi tesi a fare in modo che questi viaggi pericolosi non avvengano, anzitutto, e a proseguire il lavoro salvavita delle quattro operazioni marittime dell'Ue che hanno salvato molte vite dal 2016 ad oggi".

Il naufragio ricorda anche, sottolinea infine la Bertaud, che "nel Mediterraneo servono con urgenza accordi prevedibili per la distribuzione dei migranti" sbarcati dopo operazioni di ricerca e soccorso in mare, in modo da fornire una "maggior visibilità" ai soggetti che fanno nel Mediterraneo "il lavoro cruciale di salvare vite".

L'incidente, secondo quanto riportato da diversi media internazionali e dall'Unhcr, sarebbe avvenuto circa 120 km a est di Tripoli, e potrebbe aver provocato oltre 100 morti tra i migranti a bordo di due imbarcazioni che si sono rovesciate in mare aperto (l'agenzia Onu teme che i morti siano circa 150).

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