"Siamo al lavoro per stabilire cosa è successo quella notte"
"Elder ci ha detto che aveva paura di essere aggredito quella notte, non sapeva che fosse un carabiniere". A riferirlo i legali del 19enne americano Finnegan Lee Elder, in carcere insieme a Christian Gabriel Natale Hjort per l'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. "Siamo al lavoro per stabilire cosa è successo quella notte in tutte le fasi della vicenda e cercare di capire se ci sono testimoni o immagini che possano fornire elementi utili", spiegano.
Dichiarazioni, quelle dei legali, che si riallacciano alle parole pronunciate dalla famiglia del ragazzo americano e affidate al comunicato letto dall'avvocato Craig Peters, di fronte all'abitazione della famiglia Elder a San Francisco, con alle spalle la famiglia Elder, padre, madre e sorella stretti in un abbraccio: "E' spiacevole, anche se comprensibile, che la gente sia saltata alle conclusioni in questa vicenda. La politica e i media sono divisi. Invece noi percepiamo unitamente sia la tragedia della morte di Rega, sia il fatto che Finnegan sia stato condannato ingiustamente. La verità venga fuori e nostro figlio torni presto a casa. Abbiamo l'impressione che l'opinione pubblica abbia avuto un resoconto incompleto della verità degli eventi".