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Diabolik, la moglie: "Con funerali privati lo uccidono di nuovo"

09 agosto 2019 | 18.37
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Lettera aperta di Rita contro il divieto di esequie pubbliche per Fabrizio Piscitelli per motivi di sicurezza

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Ci è stato vietato di celebrare un funerale in forma pubblica per motivi di sicurezza". Inizia così la lettera aperta scritta da Rita, la moglie di Fabrizio Piscitelli, il leader degli Irriducibili ucciso mercoledì a Roma, a seguito della circolare, diramata oggi dal questore di Roma e che impone funerali in forma strettamente privata per motivi di sicurezza

"Ma la sicurezza di chi? - domanda Rita - al contrario di ciò che si pensa e si legge sui giornali, Fabrizio era un uomo amato dagli amici e rispettato da tutti. Non era un mafioso come lo si dipinge in queste ore: non ha mai subito condanne per associazione mafiosa o provvedimenti come il 41bis. E tutti i beni posti sotto sequestro ci sono stati restituiti. Lo state uccidendo di nuovo - prosegue la moglie - tanto quanto il killer sorcio che lo ha sorpreso alle spalle. Non ci saranno problemi di ordine pubblico lo garantisco". 

"Noi vorremo soltanto una cerimonia funebre che renda onore a Fabrizio, permettendo ai familiari e agli amici di porgere l'ultimo saluto a un uomo vero, un punto di riferimento per quanti lo conoscevano. Abbiamo il sacrosanto diritto -prosegue la lettera aperta- di rendere omaggio a mio marito come merita noi famigliari e le centinaia di persone che desiderano farlo - conclude - Abbiamo il diritto e la volontà di consolarci nell’abbraccio della gente che voleva bene a mio marito. Ancora una volta, l’ultima". 

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