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Diabolik, si cerca mediazione sui funerali

13 agosto 2019 | 07.28
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Dopo il rinvio della cerimonia, i familiari di Fabrizio Piscitelli e la questura di Roma stanno cercando un accordo sull’orario e sul numero dei partecipanti

(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)

Nuovo incontro in questura per i familiari di Fabrizio Piscitelli, il leader degli Irriducibili ucciso mercoledì scorso con un colpo di pistola a Roma. Dopo il rifiuto di celebrare i funerali in forma privata stamani alle 6 al cimitero Flaminio come disponeva l’ordinanza firmata dal Questore Carmine Esposito, nel tardo pomeriggio, dopo aver riconosciuto il corpo del marito all’istituto di Medicina legale del Policlinico di Tor Vergata, la moglie e le due figlie di Piscitelli sono tornate a San Vitale per cercare, a quanto apprende l’Adnkronos, una mediazione con la Questura di Roma in relazione al funerale di Diabolik. In particolare ci potrebbe essere qualche apertura sull’orario e sul numero dei partecipanti.

Le indagini intanto proseguono e verranno analizzati, oltre ai tre cellulari, anche i due computer di Fabrizio Piscitelli. Un lavoro che richiederà però tempi lunghi. I Piscitelli vorrebbero celebrare il funerale "in maniera sobria e composta in una normale parrocchia romana", come hanno ribadito più volte. La moglie Rita e le figlie sono uscite dalla questura alle 19.30. Bocche cucite e poca voglia di parlare. "Vogliamo prima riflettere", hanno detto all’Adnkronos.

"Io sono intenzionata a far valere, con tutti gli strumenti che mette a disposizione la legge, il diritto di mio fratello ad avere un funerale, semplice e composto, in una normale parrocchia'', aveva detto in mattinata Angela Piscitelli, la sorella di Fabrizio.

La famiglia di Diabolik è intenzionata ad attendere la sentenza del Tar che arriverà a settembre e poi eventualmente ricorrere nelle sedi successive fino alla Corte di Strasburgo. Perché? ''Il questore - aggiunge Angela Piscitelli - deve aver fatto una scelta in base al suo pathos creando un allarmismo che non era presente né nella famiglia, né nella tifoseria o nella la cittadinanza in generale. Per questo adesso - continua Piscitelli - dovrebbe riflettere sull'opportunità di questa scelta. Si sa che a un funerale vanno amici, parenti. Non so se è una scelta giusta perché era intenzione degli amici di Fabrizio presenziare alle esequie''.

Poi la donna, che stamani è andata alla panchina al parco degli Acquedotti dove il fratello è stato assassinato con un colpo di pistola esploso alle sue spalle, dice ancora: ''Volevamo fare un normalissimo funerale, una cerimonia semplice e composta, se ce lo avessero consentito, anche senza la camera ardente nella sede in via Amulio, per noi sarebbe andato bene. Non c'era alcuna intenzione di creare turbolenze da parte di nessuno, mio fratello per primo non avrebbe mai voluto che accadesse nulla del genere alla presenza dei suoi familiari. Noi quindi - conclude la sorella di Fabrizio Piscitelli - aspettiamo la sentenza del Tar e se dovesse andare male ricorreremo in tutte le altre sedi. Farò tutto quello che la legge mi consente per far valere i diritti di mio fratello''.

"Ribadisco che mio padre è stato ucciso da uomo LIBERO. A distanza di sei giorni dell'omicidio di mio padre, non mi è stato ancora permesso di vederlo, mi stanno negando di celebrare un funerale normale e non mi è stata data ancora una spiegazione. La legge è uguale per tutti?". Lo scrive Ginevra, figlia del capo ultras della Lazio in un post su Facebook. "'Con tutte le cautele atte ad assicurare la tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini'. (?) Tuttavia la Questura continua a non saper dare una spiegazione del perché abbiano deciso di prendere un provvedimento così estremo - scrive nel post - applicato solo in particolarissimi casi".

Una folla di giornalisti, oltre ai blindati della polizia, presidiavano da stamattina l'ingresso principale del cimitero Flaminio dove alle sei era programmato, secondo l'ordinanza del questore di Roma Carmine Esposito, il funerale di Diabolik in forma strettamente privata. Nessun tifoso né amico si è presentato, come richiesto dalla famiglia. Tranne Simona, una tifosa "romanista", che alle 6.30 stringendo in mano un mazzo di rose e una coppia di crisantemi, uno bianco e uno azzurro, si è presentata di fronte all'ingresso del cimitero Flaminio. "Chi è che non conosce Piscitelli? A Roma tutti conoscono i capi ultrà. Sono venuta qui a chiudere giustizia, spero che prendano l'assassino. Nessuno merita di morire in questa maniera'', ha detto Simona che abita a Roma Nord, nelle vicinanze del cimitero. ''Sono venuta qui per rendere omaggio a Fabrizio da semplice cittadina - ha aggiunto - perché siamo tutti essere umani, tutti hanno i propri scheletri nell'armadio. Era pur sempre un marito e un padre di famiglia''.

"Noi ci atteniamo alle indicazioni che verranno date dalle autorità civili ed ecclesiastiche". Così all'Adnkronos don Sergio Pellini, il parroco di Santa Maria Ausiliatrice, la Basilica dove hanno sede gli Irriducibili. E dove, stando alla volontà della sorella e degli altri familiari del capo ultras laziale ucciso mercoledì scorso a Roma, si sarebbero dovute celebrare le esequie pubbliche. Don Pellini conferma: "Noi avevamo parlato con la famiglia e avevamo ipotizzato la celebrazione del funerale qui, stante il benestare delle autorità civili ed ecclesiastiche". Perché, conclude il parroco, "il funerale non si nega a nessuno".

"Per te, uomo, ultras. Onore", recita l'iscrizione sopra la grande corona invita dai Nuclei armati bianconeri (Nab), appena sotto, sono annodate le sciarpe degli altri gruppi ultras della Juve, 'Fighters' Tradizione', 'Antichi valori', 'Viking'. L'omaggio della tifoseria bianconera svetta tra le decine di corone inviate alla sede degli Irriducibili in via Amulio dalle curve italiane ed estere per Fabrizio Piscitelli, il leader della tifoseria laziale ucciso mercoledì scorso a Roma.

C’è la maglietta dei romanisti di 'Insurrezione giallorossa' ripiegata su un cuscino di rose attorniata dai lumini e dalla foto di 'Diablo' agiati sul marciapiede all’ingresso della sede degli Irriducibili Lazio.

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