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Su Open Arms situazione critica, in 9 sbarcano per motivi medici

15 agosto 2019 | 07.40
LETTURA: 4 minuti

La nave ancora in stallo dopo la decisione del Tar. Botta e risposta Difesa-Viminale sulla Ong. "Non firmo divieti, politica non perda umanità" spiega Trenta, ma per il ministro dell'Interno "non vuol dire aiutare trafficanti e ong". Il sindaco di Lampedusa: "Unica regola è salvare chi è in difficoltà"

(Foto dall'account Twitter Open Arms)
(Foto dall'account Twitter Open Arms)

Un'imbarcazione della Guardia di finanza ha trasbordato nove persone dalla Open Arms per farle sbarcare a Lampedusa. Si tratta di cinque migranti in condizioni critiche di salute e di quattro familiari. tratta di cinque migranti in condizioni critiche di salute e di quattro familiari. La nave della Ong resta al largo di Lampedusa in attesa di sviluppi. A quanto apprende l'Adnkronos da fonti militari, a seguito della ricognizione a bordo della nave sono state riscontrate precarie condizioni igienico sanitarie. Ma la situazione non si è ancora sbloccata. "Continuiamo a non avere autorizzazione per sbarco delle altre persone a bordo. Questa sarà la loro quindicesima notte. Il diritto sta morendo", scrive su twitter la Ong.

Intanto, è scontro fra il ministero della Difesa e il Viminale, con la ministra Elisabetta Trenta che ha deciso di non firmare il divieto di ingresso in acque italiane come chiesto dal ministro Matteo Salvini.

"Ho deciso di non firmare il nuovo decreto del ministro degli Interni volto a negare l’ingresso, il transito e la sosta nelle acque territoriali della nave dell’Ong Open Arms a seguito della sospensiva disposta dal Tar del Lazio sul precedente analogo provvedimento", la nota di Trenta, che aggiunge: "Ho preso questa decisione, motivata da solide ragioni legali, ascoltando la mia coscienza. Non dobbiamo mai dimenticare - rileva il ministro - che dietro le polemiche di questi giorni ci sono bambini e ragazzi che hanno sofferto violenze e abusi di ogni tipo. La politica non può mai perdere l’umanità. Per questo non ho firmato". Per Trenta, "non si può infatti ritenere che siano rinvenibili nuove cogenti motivazioni di carattere generale ovvero di ordine e sicurezza pubblica tali da superare gli elementi di diritto e di fatto nonché le ragioni di necessità e urgenza posti alla base della misura cautelare disposta dall’autorità giudiziaria (sussistenza di fumus boni iuris e periculum in mora), che anzi si sono verosimilmente aggravati".
In tale contesto, sottolinea il ministro, "la mancata adesione alla decisione del giudice amministrativo potrebbe finanche configurare la violazione di norme penali, fermo restando, in ogni caso, che in adesione al dictum iuris sarebbe stato eventualmente necessario inserire nel dispositivo del provvedimento un’esplicita disponibilità all’assistenza delle persone maggiormente bisognevoli".

Da fonti del Viminale, pronta la replica al 'no' della ministra, che parla di "scelta che non sorprende, visto che la titolare della Difesa ha ordinato alle navi della Marina Militare di scortare verso il nostro Paese l’imbarcazione spagnola".
Poi l'intervento del ministro Salvini: "Umanità non significa aiutare trafficanti e ong. Per me umanità significa investire seriamente in Africa e non certo aprire i porti italiani".

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