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"Delle Chiaie era il migliore, un eroe"

10 settembre 2019 | 13.07
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(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

"Se n'è andato un pezzo importante della mia vita e della mia storia". Così, all'Adnkronos, Adriano Tilgher commentando la morte di Stefano Delle Chiaie avvenuta la notte scorsa all'ospedale Vannini di Roma. "Stefano lascia un esempio per tutti gli italiani di coerenza, di lealtà, di stile, di comportamento, quello che serve e che manca nella società di oggi: un riferimento prima umano e poi politico perché è stato un uomo sempre coerente, sempre leale, forte. Ha affrontato accuse ignobili a testa alta. A testa alta ha vissuto e a testa alta è morto", ha sottolineato poi.

"Due storie molto distinte, due storie molto differenti ma rimane il rispetto per un combattente", ha detto Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, aggiungendo: ""Ho dato le mie condoglianze ai suoi più vicini camerati, e penso che sarò presente al funerale"

"E' morto un camerata stimato da tutti e che ha pagato pesantemente il suo credo politico", ha commentato con l'Adnkronos l'esponente di Avanguardia Nazionale Pierfranco Di Giovanni . Mentre lo storico Ugo Tassinari ricorda Stefano Delle Chiaie come "uno dei personaggi più controversi della storia della violenza politica e del terrorismo in Italia e io stesso ho dovuto rivedere il mio giudizio storico nell'arco degli anni". "Nel processo per la strage di Bologna Delle Chiaie entra perché è vittima di un depistaggio compiuto da Elio Ciolini, un faccendiere in rapporto con i servizi segreti, che poi sarà protagonista anche di un altro depistaggio nella stagione delle stragi di mafia del '92 - sottolinea - Stiamo parlando di un personaggio leader dell'Internazionale nera che ha collaborato con alcuni regimi militari in Sud America, dal Cile, all'Argentina, al Bolivia considerandoli, come lui stesso ha scritto nella sua autobiografia, realtà utili al suo progetto che era di fare la rivoluzione nazionale in Italia".

Per Rainaldo Graziani, fondatore del movimento politico di destra 'Meridiano zero' e figlio di Clemente, leader di Ordine Nuovo, "se n'è andato via un pezzo di storia del neofascismo italiano". "Il suo impegno su diverse prime linee stona con il dato anagrafico - ha continuato - mi ha sorpreso che avesse 82 anni. Presto per dire che eredità lascia, il mondo sta cambiando in maniera talmente rapida, profonda, c'è un passaggio epocale in atto di cui non so cosa la postmodernità riuscirà a non distruggere. Mi auguro possa rimanere qualcosa, ma questo non vale per Stefano Delle Chiaie, vale per chiunque".

Secondo Gabriele Adinolfi, fondatore di Terza Posizione, "con Stefano Delle Chiaie se ne va forse l'ultimo dei protagonisti di un periodo in cui essere fascisti significava ancora qualche cosa. Leggo molte affermazioni piuttosto calunniose nei suoi confronti da persone che nella loro vita al massimo hanno passato un semaforo rosso. Non si rendono conto di chi stanno parlando. Io sono stato sempre su posizioni politiche ben diverse, ma è comunque un grande. Il fatto che sia morto proprio mentre alcune persone, facendo i saluti romani, chiedevano elezioni democratiche, dimostra il passaggio da un'epoca a una mediocre".

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