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Vende le figlie come spose per 13 mila euro, arrestato grazie al Codice rosso

23 settembre 2019 | 07.29
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Ordinanza di custodia cautelare in carcere a Pisa nei confronti di un cittadino bosniaco di etnia rom, accusato di sequestro di persona, maltrattamenti, calunnia e costrizione e induzione al matrimonio

Vende le figlie come spose per 13 mila euro, arrestato grazie al Codice rosso

Sequestro di persona continuato, maltrattamenti, calunnia e, per la nuova fattispecie di reato introdotta dal Codice rosso, costrizione e induzione a contrarre matrimonio nei confronti delle sue due figlie, 21 e 19 anni: con queste accuse la polizia di Pisa ha arrestato, in esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale pisano, un bosniaco di etnia rom di 51 anni. La drammatica vicenda, che ha coinvolto il nucleo familiare, è maturata all’interno di un campo nomadi dove l'uomo risiede insieme ad altri connazionali, teatro delle violenze e delle costrizioni che le due giovani erano costrette a subire.

Le vessazioni, infatti, non si limitavano al linguaggio violento o alla mortificazione: le due figlie, una delle quali al momento dei fatti era ancora minorenne, sono state costrette per anni a subire continue umiliazioni e violenze fisiche, fatte di calci, pugni e schiaffi. In più di una occasione, le donne sono state anche segregate all’interno delle loro roulotte e nutrite con solo pane e acqua.

Ma le punizioni inflitte dal padre non erano finalizzate a riprendere piccole mancanze in ambito familiare, bensì dirette a impedire alle due ragazze di frequentare i loro fidanzati, diversi da quelli che il padre aveva prescelto per loro, ovvero due cugini del campo, con le cui famiglie lo stesso aveva già intavolato una trattativa, chiedendo e ottenendo del denaro in cambio dell’assenso al matrimonio con le figlie. Il prezzo pattuito per una delle due ragazze era tra i 12 e i 13mila euro.

Lo scambio di denaro fra l'uomo, ora in carcere, e un bosniaco è avvenuto nel corso del matrimonio organizzato nel parcheggio del campo rom dove stazionano le roulotte delle due famiglie. Il video è stato postato da uno dei parenti su Facebook e intercettato dalla polizia.

A far scattare le indagini, è stato lo stesso 51enne recandosi alla polizia per denunciare il rapimento, poi rivelatosi falso, delle due figlie di 21 e 19 anni e della figlia di 8 anni, che in realtà teneva nascosta nella sua roulotte all'interno del campo rom.

Stanche delle continua violenze, le due ragazze erano infatti scappate ai primi di agosto attraverso una fuga organizzata con il loro 'veri' fidanzati. Approfittando di un momento di assenza del padre dal campo nomadi, sono fuggite lontano da Pisa, fuori anche dalla Toscana. L'uomo, giunto a conoscenza del loro allontanamento, inizia a cercarle. Consapevole delle difficoltà nel rintracciare e rientrare 'in possesso' delle figlie, attua uno stratagemma che poi si rivelerà per lo stesso fatale: presenta una falsa denuncia di rapimento alla polizia di Pisa, dichiarando che le stesse erano state sequestrate vicino al campo nomadi da due cittadini sconosciuti di nazionalità rumena.

La squadra mobile di Pisa inizia sin da subito le indagini che, a causa della scarsa logicità della denuncia presentata, virano immediatamente nei confronti del padre, che viene da subito iscritto nel registro degli indagati della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pisa per i reati di sequestro di persona e calunnia. "Le palesi incongruenze nei suoi racconti - ha spiegato il capo della squadra mobile Fabrizio Nocita - ci hanno portato a indagare anche su di lui e abbiamo così scoperto, dopo una perquisizione, che la bambina veniva tenuta nascosta all'interno della roulotte del padre".

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