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Trieste, l'ex poliziotto: "Mi spararono, non cammino ma sono vivo"

05 ottobre 2019 | 18.23
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"Non ho parole, a me e al mio collega andò bene" ha detto all'Adnkronos Mirko Schio, ferito da un commando quando aveva 23 anni. "Rubio? Con i social qualsiasi idiota può scrivere ciò che crede"

Foto Adnkronos
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di Silvia Mancinelli

"A me hanno sparato nel '95 a Venezia, sono passati 24 anni e da allora non ho mai più camminato, mentre il collega che era con me, Silvio Busato, ha avuto il cuore trapassato dai proiettili. A noi è andata decisamente bene, su questo rifletto da ieri ". Così, all'Adnkronos, l'ex poliziotto Mirko Schio, vittima del dovere e presidente dell'associazione Fervicredo, ferito da un commando a Venezia quando aveva appena 23 anni.

"A parte la tristezza per quanto accaduto - continua - non ci sono parole. Penso sia un po' una serie di conseguenze e coincidenze; anche la scarsità di personale può influire. Sono concause che hanno portato a una dinamica che ancora non è chiara, i miei colleghi mi dicono che ormai non si lavora più bene né con lo stato d'animo giusto. Si dà troppa attenzione a tutto, gli agenti devono guardarsi avanti, indietro, a ogni lato per paura di denunce o campagne negative che vengono da una parte dell'opinione pubblica ma anche dalla stampa. Lasciamo perdere gli stupidi, a quanto scrive chef Rubio non do neanche peso. D'altronde, con i social qualsiasi idiota può scrivere ciò che crede".

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