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"Vergogna, si permette ancora a Curcio di pontificare"

08 ottobre 2019 | 20.19
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All'Adnkronos Piero Mazzola, figlio di Giuseppe Mazzola, il carabiniere in congedo ucciso dalle Br il 17 giugno 1974 insieme a Graziano Giralucci nella sede del Msi a Padova

Nella foto  Renato Curcio, immagine di repertorio (Fotogramma)
Nella foto Renato Curcio, immagine di repertorio (Fotogramma)

di Giselda Curzi

"Veramente vergognoso. L'Italia è un Paese 'sostenibile' certo, riesce a riciclare perfino i rottami morali della storia. Provo una grande tristezza, a questi signori è permesso ancora di pontificare". Lo ha affermato all'Adnkronos Piero Mazzola, figlio di Giuseppe Mazzola, il carabiniere in congedo ucciso dalle Br il 17 giugno 1974 insieme a Graziano Giralucci nella sede del Msi a Padova (primo assassinio rivendicato dalle Brigate Rosse), commentando l'intervento previsto per domani sera dell'ex brigatista Renato Curcio a 'Lo Spazio Nuovo' a Modena per la presentazione del suo nuovo libro 'Ascoltare e narrare'.

Curcio non partecipò all'assalto in cui morì Mazzola e non uccise mai nessuno di persona, ma scrisse il proclama di rivendicazione di quell'azione. "Purtroppo succede molto spesso che questi personaggi parlino in pubblico - ha aggiunto il figlio della prima vittima delle Br - Sicuramente questo signore avrà qualcosa da dire, forse sul lavoro: ci dovrebbe spiegare cosa intende per lavoro se per lui lavoro era uccidere la gente, tanto che definì la morte di mio padre 'un incidente sul lavoro'. Allora sparare e uccidere le persone era un lavoro?".

"Questo è un Paese che ho amato e che amo profondamente - ha concluso Mazzola - ma tutto ciò mi provoca grande tristezza. Non esistono ex brigatisti o ex assassini o ex mostri ... perché ci sono ex morti? Lo stato delle cose non cambia. Ribadisco è vergognoso".

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