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Trieste, agenti uccisi: almeno 5 pistole usate nella sparatoria

09 ottobre 2019 | 15.32
LETTURA: 2 minuti

E' quanto apprende l'Adnkronos

Foto Adnkronos
Foto Adnkronos

"Sono almeno cinque in tutto, forse sei, le pistole utilizzate nella sparatoria in cui hanno perso la vita i due agenti della Questura di Trieste". Lo apprende l'Adnkronos. In particolare, sono due le semiautomatiche impugnate dal killer che è riuscito a sottrarre le armi alle due vittime - gli agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta - così come emerge dai racconti dei testimoni e dalle immagini dalle telecamere interne agli uffici di via Tor Bandena. 

Una Beretta sarebbe stata utilizzata "da un poliziotto del corpo di guardia", presente nell'atrio della Questura, "altre due (o forse tre) dagli agenti della squadra Mobile" intervenuti all'esterno della questura, riferisce una fonte. E proprio dalla pistola impugnata da uno di loro che è partito il proiettile che ha ferito all'inguine Alejandro Augusto Stephan Meran arrestato per il duplice omicidio. 

Il 29enne ha scaricato la pistola semiautomatica di Rotta, ha utilizzato anche la Beretta di Demenego, dopo averla strappata dalla fondina. I primi colpi sono stati sparati dal killer nell'ufficio volanti, al piano ammezzato della Questura, poi Alejandro Augusto Stephan Meran si è guadagnato l'uscita, sparando sei colpi nell'atrio della Questura, verso il gabbiotto di guardia occupato da una giovane poliziotta e da un agente rimasto ferito alla mano. Da quanto emerge sono circa una ventina i colpi partiti da più pistole, contando anche quelli ancora conficcati nell'auto su cui c'erano gli agenti della squadra Mobile.

Intanto la madre di Alejandro Augusto Stephan Meran stamattina è stata in procura accompagnata da un avvocato di fiducia che ha depositato la nomina con cui ha formalizzato il cambio di difesa. Viene dunque sostituito il difensore d'ufficio scelto dopo il fermo del giovane accusato del duplice omicidio. La madre, ascoltata subito dopo la sparatoria, ha subito riferito dei problemi psichici del figlio 29enne, un aspetto mai certificato con documentazione medica e su cui si concentrano le indagini.

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