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Strage Bologna, parte civile: intrecci tra via Gradoli, Nar e servizi segreti

12 ottobre 2019 | 20.22
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Bolognesi: "Documenti mostrano questo collegamento, utile approfondirlo"

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Potrebbe esserci un intreccio tra via Gradoli, la strada romana in cui si trovava un covo delle Brigate Rosse durante il sequestro di Aldo Moro, nel 1978, e il processo in corso a Bologna, davanti alla Corte di Assise, all’ex Nar Gilberto Cavallini, imputato per concorso nella strage del 2 agosto 1980. Secondo il collegio di parte civile, composto dagli avvocati Andrea Speranzoni, Roberto Nasci, Alessandro Forti, Antonella Micele e Andrea Cecchieri, in quella stessa strada, ma a numeri civici diversi, anche i Nar, nel 1981, avevano due covi.

"I documenti - spiega all’AdnKronos Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione delle vittime della strage di Bologna - mostrano questo collegamento e noi riteniamo sia utile approfondirlo". Gli appartamenti che i Nar usarono come covi, sempre secondo gli avvocati, erano riconducibili a società immobiliari legate a servizi segreti deviati. Per fare chiarezza sullo scenario, quindi, la parte civile ha chiesto alla Corte di Assise di Bologna di acquisire i documenti e sentire nuovi testimoni, tra i quali l’amministratore dell'immobile di via Gradoli 96, risultato, per i legali, anche amministratore della società proprietaria dello stabile dove si nascosero i Nar.

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