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Agenti uccisi a Trieste, in migliaia ai funerali

16 ottobre 2019 | 12.05
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Un lungo applauso ha accolto i feretri di Rotto e Demenego. L'arcivescovo Giampaolo Crepaldi: "La città li ricorderà come suoi angeli"

(AdnKronos)
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Migliaia di triestini hanno voluto porgere l'ultimo saluto ai due agenti di polizia uccisi lo scorso 4 ottobre in una sparatoria. Sia il vescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi nella sua omelia, che il questore di Trieste Giuseppe Petronzi, con la voce rotta dall'emozione, li hanno definiti - come del resto amavano ricordare loro stessi a inizio turno - "figli delle stelle". Un affetto che nemmeno la pur capiente chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo è riuscita a contenere.
In migliaia hanno assistito alla celebrazione, diffusa da altoparlanti, dalla vicina piazza, affollata fin dal mattino dai tanti cittadini in attesa dell'arrivo del corteo funebre partito dalla questura, con un fiore e tanta emozione. Erano presenti al rito solenne, officiato dal vescovo di Trieste, il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese e il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, il presidente della Camera, Roberto Fico e il vicepresidente, Ettore Rosato, il senatore Ignazio La Russa, il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, il capo della Polizia, Franco Gabriellli e il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza assieme a numerose altre cariche politiche locali e regionali.
A garantire il massiccio servizio d'ordine, 300 tra agenti di polizia, carabinieri, guardia di Finanza, polizia Locale, Protezione civile e altri corpi volontari.

Un fragoroso applauso ha accompagnato sia l'arrivo che l'uscita dei feretri dalla chiesa al termine delle esequie. La città di Trieste, "unita e composta in maniera esemplare", stringe "in un abbraccio corale, forte e commosso" Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, i due poliziotti uccisi nella sparatoria in questura dello scorso 4 ottobre ha detto l'arcivescovo, rivolgendosi nell'omelia direttamente ai due agenti uccisi e dando atto alle forze di polizia di svolgere un "difficile lavoro, non sempre adeguatamente compreso e valorizzato".

"Carissimi Matteo e Pierluigi - ha aggiunto - innumerevoli sono stati gli atti di amore verso di voi che hanno trovato espressione in questi giorni di dolore: dalle preghiere in tutte le chiese cattoliche e delle altre confessioni religiose della Città alla partecipata fiaccolata promossa il giorno dopo la vostra uccisione; dalle iniziative messe in atto dal nostro Sindaco con il lutto cittadino e la commemorazione in Consiglio comunale alla decisione dell'Amministrazione regionale di assegnare un concreto aiuto alle vostre famiglie; dagli attestati di affetto di tantissimi cittadini con l'omaggio di fiori deposti davanti alla facciata del palazzo della Questura ai disegni dei bambini".

"In molti di quei disegni, proprio i bambini, con la loro spontanea e innocente intuitività, vi hanno descritto come i nostri angeli. Sono certo - ha proseguito l'arcivescovo - che, dopo questo atto di addio, Trieste continuerà a ricordarvi come i suoi angeli e, con lungimiranza umana e civile, vi ha già dedicato un segno a perpetua memoria del vostro sacrificio, che resti come un monito soprattutto per le giovani generazioni, che da voi sono chiamate ad imparare una fondamentale lezione di vita. Questa: a costruire sono gli uomini e le donne pronti al servizio e al dono di sé, mentre a distruggere sono quelli che coltivano la violenza, l'odio e il proprio egoistico interesse".

"Mentre meditavo sulla stella della fede che ha illuminato anche il vostro percorso di vita, mi è venuto spontaneo andare con la mente ad un video amatoriale che avevo visionato, prodotto durante una notte mentre stavate facendo il vostro lavoro, dove, con la gioiosa maturità dei vostri trent'anni, invitavate i cittadini di Trieste a dormire tranquilli, perché a vigilare sulla loro sicurezza c'eravate voi che vi definite figli delle stelle. Cari Matteo e Pierluigi - ha concluso mons. Crepaldi - anche dopo questo addio, per Trieste voi resterete i luminosi figli delle stelle. Trieste vi dice grazie, mentre affida alla materna protezione della Madonna, Stella del mattino, le vostre anime e i vostri cari".

Al termine dei funerali il questore di Trieste Giuseppe Petronzi si è commosso: "Saluto la Volante 2 alla sua ultima uscita con le stesse parole che usavano loro, 'qui ci siamo noi dormite sonni tranquilli''' ha detto. Alla fine delle esequie alcuni colleghi si sono avvicinati e inginocchiati vicino ai feretri. All'uscita della chiesa, un lungo applauso dei presenti ha tributato l'ultimo omaggio ai due agenti uccisi.

Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese al termine dei funerali ha rivolto un pensiero ai due giovani poliziotti: "Un pensiero - ha affermato - va a questi ragazzi la cui vita è stata spezzata in maniera improvvisa e assurda". E si è detta colpita dalle parole del questore: "Sono state parole dette col cuore e che rispecchiavano il pensiero di tutti".

Dopo i funerali di Stato, i feretri dei due agenti sono arrivate intorno alle 16 all'aeroporto militare di Ciampino. Le salme di Pierluigi e Matteo saranno trasportate rispettivamente a Giugliano e a Velletri dove saranno celebrati i funerali privati.

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