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Maxi blitz antidroga, 8 arresti nel Palermitano

16 ottobre 2019 | 07.11
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Cinque mesi di indagini, otto ordinanze di misure cautelari per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti di tipo hashish. È il bilancio dell'operazione denominata 'Pablito' con cui i carabinieri di Palermo sono riusciti a risalire la filiera dello spaccio che rifornivano le piazze di Misilmeri. Tre degli indagati sono già stati condotti presso la Casa Circondariale “Cavallacci” di Termini Imerese, si tratta di un 47enne, del un 41enne e un 25enne; il quarto, un 31enne, si trova agli arresti domiciliari presso le propria abitazione, mentre per gli altri tre indagati notificata la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, nonché dell’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria; l’ottavo indagato infine, un diciottenne che però all’epoca dei fatti era ancora minorenne, si trova presso il carcere minorile 'Malaspina' di Palermo.

L’attività investigativa, iniziata nel dicembre 2017 e terminata nell’aprile 2018 condotta dai carabinieri della compagnia di Misilmeri e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese, attraverso pedinamenti e servizi di osservazione, ha consentito di documentare numerosissimi episodi di spaccio al dettaglio di hashish da parte degli indagati nei confronti di altrettanti ragazzi, molti dei quali pure minorenni.

Per indicare la droga e per evitare di essere scoperti, gli spacciatori al telefono usavano termini come ''croccantini'', ''cose marroni'', ''lenticchie'', ''quelle cose'', ''pigiamini''. "Gli incontri tra cliente e spacciatore, erano generalmente preceduti da una breve telefonata con la quale veniva stabilito il luogo dell'appuntamento che veniva fissato quasi sempre presso una sala giochi o presso la piazza Fontana Nuova di Misilmeri", dicono i carabinieri.

I pusher attivi sul centro abitato di Misilmeri facevano capo a Salvatore Baiamonte il quale, dopo essersi rifornito di ingenti quantitativi di hashish da alcuni “grossisti” palermitani tra i quali Giuseppe Pizzo e Matteo Algozzino, nei quartieri dello “Sperone” e della “Guadagna”, provvedeva a confezionare lo stupefacente in singole dosi, che poi le consegnava ai suoi fidati pusher che ne curavano lo spaccio al dettaglio su due principali piazze di Misilmeri (Piazza Fontana Nuova e una sala giochi di Corso Vittorio Emanuele).

L’attività di osservazione svolta dai carabinieri, documentava oltre seicento episodi di spaccio da parte dei predetti pusher nei confronti di loro clienti (alcuni anche minorenni).

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