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Strage Bologna: 'Quale verità?', a Roma voci 'eretiche' a confronto

24 ottobre 2019 | 20.12
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"Orchestra rossa. Terrorismo e stragi: colpevoli e depistatori. Quale verità?". E' l'eloquente titolo del convegno promosso dal Centro studi Polaris che mette insieme tutte le voci 'eretiche' - tra ricercatori, parlamentari, giuristi, giornalisti, avvocati e vittime di depistaggi - rispetto alla verità giudiziaria sulla strage di Bologna, e non solo.

Al convegno, che si terrà domenica all'Occidental Aran Park di Roma, parteciperanno l'avvocato Valerio Cutonilli, autore con il giudice Rosario Priore de 'I segreti di Bologna', il saggio che ha per primo ipotizzato il giallo di un'86esima vittima, i parlamentari di Fdi Salvatore Deidda, Paola Frassinetti e Massimo Ruspandini, il senatore leghista William De Vecchis, l'avvocato Carlo Taormina, il giurista internazionale Mikhail Kuznetsov, i giornalisti Gabriele Marconi e Massimiliano Mazzanti, oltre ai due ex leader di Terza Posizione Gabriele Adinolfi e Roberto Fiore, che si autodefiniscono "oggetto di comprovati depistaggi" (ad esempio quello 'del diretto Milano-Taranto' per il quale sono stati condannati gli allora vertici del Sismi Musumeci e Belmonte).

Il convegno serve tra l'altro a finanziare l'istruttoria internazionale al Processo di Bologna che sta portando avanti il comitato organizzatore, che in questi mesi ha promosso diverse iniziative. "Le recenti perizie e le rivelazioni sui passaporti falsi utilizzati a Bologna dimostrano che per la strage alla stazione la pista fascista era fasulla - sottolinea Gabriele Adinolfi, tra gli organizzatori del convegno - Sono emerse le presenze a lungo taciute di terroristi dell'ultrasinistra italiana e tedesca, sono stati acclarati inquinamenti e depistaggi intesi a proteggerli. I quesiti che è lecito porsi sono se coloro sui quali gli inquirenti hanno colpevolmente taciuto abbiano commesso volontariamente la strage, se siano saltati in aria per errore o se li abbia sacrificati qualcuno durante il passaggio dell'esplosivo".

"Su questo argomento è risaputo che esistono interpretazioni divergenti - aggiunge Adinolfi - C'è chi parla di pista palestinese, chi di pista trozkista, chi di pista israeliana, chi collega Bologna con Ustica. Ma questo non sarà oggetto del contendere perché, quali che siano le convinzioni dei singoli, il dato essenziale è che quel processo è stato sempre celebrato in modo inaccettabile".

"Gli organizzatori del convegno - spiega l'ex leader di Tp - sono ricercatori storici ed ex ricercati, in quanto vittime acclarate da parte dei servizi deviati di ripetuti depistaggi per la strage del 2 agosto 1980. Sfiduciati dalla giustizia italiana, stanno istruendo un processo internazionale con giuristi stranieri per poter richiedere la riapertura del processo senza attendere la compiacenza di una magistratura di parte. Non si parlerà solo della strage di Bologna. Gli indizi e le prove raccolti consentono di rivisitare la strage di Piazza Fontana e della Questura di Milano, quelle di piazza della Loggia a Brescia, dell'Italicus e perfino la strage di Natale del 1984".

"Gli organizzatori sono certi che lo stragismo non solo non è fascista ma che proviene da tutt'altro mondo politico e - ci dice Gabriele Adinolfi, oggetto di ben tre tentativi d'incriminazione - sono sicuri di dimostrarlo".

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