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Strage Bologna, giallo su immagine donna senza volto

30 ottobre 2019 | 22.41
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Rispetto a quanto emerso nell'udienza del processo Cavallini, le immagini scomparse, o alcune di esse - stando a quanto apprende l'Adnkronos - si troverebbero presso l'archivio storico del Comune di Bologna in un faldone riservato. La consultazione degli scatti non sarebbe però consentita al pubblico per un vincolo legato alla privacy

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
(Fotogramma) - FOTOGRAMMA

"Non si sa più dove sono", ma le foto ai corpi delle vittime dopo l’attentato del 2 agosto 1980 "furono fatte". Ad affermarlo è Alessandro Pellegrini, uno dei legali dell’ex Nar Gilberto Cavallini, imputato per concorso nella strage di Bologna. "E' grave - spiega - che queste foto, che dovrebbero essere agli atti del processo, non ci siano". Pellegrini menziona il professor Pierlodovico Ricci, "che fu perito del processo, chiese e ottenne" dalla Procura di Bologna "il rimborso di 348mila lire" a ottobre del 1980, "giustificando la richiesta con l'acquisto, da parte di un suo collaboratore, di pellicola fotografica per lo sviluppo e stampa di 112 fotografie". Pellegrini ha sollevato la questione durante la testimonianza della consulente di parte civile Susi Pelotti, che ha confermato che quelle foto sarebbero utili.

Rispetto a quanto emerso nell'udienza del processo Cavallini, le immagini, o alcune di esse - stando a quanto apprende l'Adnkronos - si troverebbero presso l'archivio storico del Comune di Bologna in un faldone riservato. La consultazione degli scatti non sarebbe però consentita al pubblico per un vincolo legato alla privacy. In una di queste foto, secondo le fonti consultate da Adnkronos, si vedrebbe una donna senza volto, particolare che potrebbe farla collocare vicino al punto dell'esplosione dell'ordigno nella sala d'aspetto della stazione felsinea. Al momento non è possibile stabilire se quel corpo senza volto appartenga alla donna misteriosa i cui resti facciali, riesumati il 25 ottobre scorso nel cimitero di Montespertoli, sono stati rinvenuti nella tomba della famosa vittima "introvabile" Maria Fresu.

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