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Nassiriya, 16 anni fa la strage

12 novembre 2019 | 10.37
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Il 12 novembre 2003 l'attacco alla base 'Maestrale' in Iraq. Per la giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, il ministro Guerini depone una corona di alloro all'Altare della Patria. Messa in onore dei caduti all'Ara Coeli

(Fotogramma)
(Fotogramma)

12 novembre 2003. Sedicesimo anniversario, oggi, della strage di Nassiriya nella quale morirono 12 carabinieri, 5 militari dell’Esercito, due civili italiani e nove iracheni. L'attacco alla base 'Maestrale' di sedici anni fa fu l'episodio più drammatico della missione militare italiana ‘Antica Babilonia’ in Iraq. Erano le 10.40 (le 8.40 in Italia) di quella mattina quando un veicolo pesante sfondò la recinzione della sede della missione Msu (Multinational Specialized Unit) dei carabinieri a Nassiriya, aprendo un varco ad un'autobomba che esplose subito dopo.

Le vittime furono: i militari dell'Arma Domenico Intravaia, Horatio Majorana, Giuseppe Coletta, Giovanni Cavallaro, Alfio Ragazzi, Ivan Ghitti, Daniele Ghione, Enzo Fregosi, Alfonso Trincone, Massimiliano Bruno, Andrea Filippa, Filippo Merlino; i militari dell'Esercito Massimiliano Ficuciello, Silvio Olla, Emanuele Ferraro, Alessandro Carrisi, Pietro Petrucci. Stefano Rolla e Marco Beci sono i due civili. Nell’esplosione morirono anche nove iracheni, numerosi furono i feriti.

CORONA DI ALLORO E MESSA IN ONORE DEI CADUTI - Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, insieme a capi di Forza Armata, ha deposto una corona di alloro al Sacello del Milite Ignoto all’Altare della Patria, in occasione della Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace. Nella Basilica di Santa Maria in Ara Coeli è iniziata la messa in ricordo di tutti i Caduti militari e civili nelle missioni. Alla messa, che viene celebrata da Santo Marciano' Arcivescovo ordinario militare per l'Italia, sono presenti il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, il Capo di Stato Maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli, altre autorità politiche e militari e i famigliari di caduti.

L'OMELIA - "Siamo riuniti, come sempre, a ricordare tutti i caduti delle missioni internazionali di sostegno alla pace, e proprio oggi non possiamo non pensare, con affettuosa trepidazione e grande stima, ai cinque militari italiani, tre della Marina e due dell’Esercito, feriti nel terribile attentato di due giorni fa in Iraq, proprio la terra che ci ricorda il terribile attentato di Nassirya", così Santo Marcianò, Arcivescovo ordinario militare per l'Italia, nell’omelia. "Preghiamo in questa Eucaristia anche per questi cinque militari, per le loro famiglie, e con loro per tutti gli uomini e le donne delle Forze Armate che hanno riportato ferite e mutilazioni nel loro servizio alla pace e alla vita", ha detto mons. Marcianò esprimendo un pensiero anche per i vigili del fuoco che hanno perso la vita nell’esplosione dell’alessandrino.

Per Marcianò, bisogna dare spazio "all’esempio" dei caduti e "alla testimonianza piuttosto che assecondare proposte ideologiche e polemiche, tese a cancellare il ricordo di chi ha servito la Patria fino a sacrificarsi per essa e per la libertà̀ altrui".

"Noi piangiamo persone che sono state liete di servire, lo hanno considerato un privilegio, una ricompensa in se stessa; e voi, carissimi familiari, potreste testimoniarlo. Militari che non avrebbero considerato un eroismo il loro atto del dare la vita ma una pienezza di servizio, una realizzazione della libertà. Per questo, essi ‘sono nella pace’. Per questo, diventano maestri di pace", ha detto Marcianò, continuando: "C’è, potremmo dire, un magistero, un'autorità speciale che i nostri fratelli caduti esprimono, dinanzi alla quale ci fermiamo con riverenza - afferma mons. Marciano’ - ‘Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli’, dice la prima Lettura: una sorta di autorità di governo, di potere che supera i confini dello spazio e del tempo". "Profeticamente, questo oggi si sta realizzando. Oltre a voi, carissimi familiari, amici e colleghi dei nostri militari, sono qui presenti uomini di Governo, rappresentanti delle Istituzioni, responsabili della cosa pubblica. E tutti riconoscono, tutti riconosciamo ai nostri caduti un’autorevolezza, un potere che essi hanno esercitato e insegnano a esercitare. È il potere del servizio, l’autorevolezza della coerenza e della testimonianza, che ha molto da dire pure oggi".

"Un servizio che non cerca l’utile, non si inquina con la ricerca di interessi personali o ricompense, è libero da infiltrazioni, corruzioni o da qualsiasi forma di attaccamento a tutto, persino alla propria vita - ha continuato mons. Marcianò - Bisogna dare spazio a questo peculiare e nobile magistero esercitato dai nostri caduti e portato avanti da militari che vivono così il proprio servizio quotidiano, con l’impegno di custodire l’ordine e la sicurezza nelle città̀ e nell’ambiente e di difendere ogni vita umana; soprattutto, con la generosa disponibilità̀ a operare in contesti di conflitti e situazioni estreme di povertà̀, combattendo il clima di terrore e di odio violento con la logica del rispetto dei popoli e della carità̀ fraterna".

MATTARELLA - "L’esempio dei nostri caduti rappresenta un vincolo morale per la continuità del contributo del nostro Paese nei diversi ambiti: le donne e gli uomini presenti nelle diverse aree di conflitto sanno di poter contare sul concorde sostegno del popolo italiano", scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al ministro della Difesa. "Lo slancio e l’altruismo di quanti hanno donato la propria vita per il bene comune - prosegue il Capo dello Stato - è fonte di riflessione per tutti i cittadini, che nel loro agire quotidiano sono chiamati ad un contributo egualmente prezioso per la civile convivenza e il progresso della comunità nazionale e internazionale. Ai familiari dei caduti esprimo la sentita riconoscenza della Repubblica e i sentimenti della mia affettuosa vicinanza".

CASELLATI - "Sedici anni fa l'attentato a Nassiriya tolse la vita a 19 italiani. Fu l'attacco più grave subito dai nostri militari impegnati nelle missioni di pace nelle aree di crisi. Un tributo di sangue pesantissimo che il nostro Paese ha dovuto pagare alla causa della pace, della libertà e della sicurezza dei popoli. I civili e i soldati che persero la vita a Nassiriya sono caduti per la Patria che non possiamo e non dobbiamo mai dimenticare", afferma il presidente del Senato Elisabetta Casellati in occasione della ricorrenza. "Nella giornata dedicata al ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali e a pochi giorni da un altro agguato che, sempre in Iraq, ha coinvolto operatori delle nostre Forze Speciali, è doveroso rivolgere un pensiero e un ringraziamento -prosegue Casellati- alle nostre donne e ai nostri uomini in divisa che, con coraggio e dedizione, mettono a rischio la propria vita pur di salvaguardare e affermare i diritti delle comunità oppresse nelle zone di guerra di tutto il mondo". Nel pomeriggio, nell’Aula di Palazzo Madama, il presidente del Senato farà osservare un minuto di raccoglimento per commemorare la strage di Nassiriya.

GUERINI - "I vostri famigliari e caduti sono stati operatori di pace e oggi li dobbiamo onorare perché sono stati operatori di pace in uniforme", ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini alla messa a Roma. I caduti, ha proseguito, “hanno fatto il loro dovere con capacità, competenza e spirito di sacrificio e li dobbiamo ricordare con dolore ma anche con riconoscenza per quanto fatto”.

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