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CasaPound, tutti assolti al maxiprocesso di Napoli

13 novembre 2019 | 15.57
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La leader Florino: "Capi di imputazione da Br ma Corte ha avuto coraggio guardare fatti". Iannone: "Ora le scuse"

CasaPound, tutti assolti al maxiprocesso di Napoli

Tutti assolti perché il fatto non sussiste al maxi processo nei confronti di 35 tra dirigenti di militanti di Casapound Napoli, accusati di associazione sovversiva e banda armata. A emettere la sentenza la seconda Corte di Assise di Napoli, che ha deciso una sola condanna a tre anni - per porto in luogo pubblico di ordigni esplosivi - nei confronti di Enrico Tarantino. Prescritti invece i reati satellite che riguardavano gli scontri con gli antagonisti verificatisi tra il 2010 e il 2011.

Quanto a Tarantino, fanno sapere da Casapound, "si tratta di una persona che già era stata allontanata e agiva da sola".

ASSOLTA ANCHE LA LEADER NAPOLETANA - Tra gli imputati assolti figura Emmanuela Florino, figlia di un ex parlamentare e che è state tra i responsabili di Casapound a Napoli. "Ormai non ce lo aspettavamo più - dichiara all'Adnkronos Emmanuela Florino - anche se noi sapevamo che le accuse erano infondate. Ci siamo trovati addosso dei capi di imputazione da Br e per anni abbiamo dovuto sopportare che i giornalisti tiravano fuori sempre questa storia, specie io che sono stata candidata in politica. Siamo contenti di questa vittoria e ringraziamo i nostri bravissimi avvocati. La Corte di Assise ha avuto il coraggio di guardare ai fatti ed esaminare le intercettazioni senza farsi condizionare".

"Siamo contenti anche - conclude la Florino - che Casapound si sia tolta un bel peso, il mio cruccio era quello di aver creato involontariamente un danno al movimento per gli aggettivi che ci attribuivano e che non davano il senso di cosa fosse Casapound davvero".

IL LEADER NAZIONALE IANNONE - “Dopo aver costruito un improbabile teorema per il quale un movimento politico che si candidava alle elezioni tentava di sovvertirle con la forza delle armi (mai prodotte in giudizio), il pubblico ministero aveva chiesto pene detentive che andavano da uno a otto anni - sottolinea il presidente del movimento Gianluca Iannone - Fortunatamente il teorema è stato smontato dalla pervicacia degli avvocati, impegnati per anni a sottolineare l'assenza assoluta di prove a sostegno, e da un collegio giudicante che ha saputo ricondurre i fatti a quelli che erano: un permanente clima di scontro causato dai sedicenti antagonisti, che dal 2011 al 2014 si sono resi responsabili di decine di attacchi e attentati a Casapound".

"Attendiamo, senza aspettarcele - dice Iannone -, le scuse di tutti coloro che non hanno perso tempo per iniziare la danza su quello che credevano fosse il cadavere del leone, da Anpi a Pd, da Libera a Possibile, da Federconsumatori a Legambiente e che non hanno esitato a mettere da parte il presunto garantismo per chiedere lo scioglimento di Casapound".

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