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Fiammetta Borsellino: "Sentenza? Dal Csm silenzio indegno"

15 novembre 2019 | 19.54
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La figlia minore del giudice rivela un incontro riservato con il vicepresidente Ermini

(Fotogramma)
(Fotogramma)

di Elvira Terranova

Denuncia "un silenzio indegno" da parte "del Consiglio superiore della magistratura" perché "non si è saputo assumersi la responsabilità di un procedimento, ma ha fatto da scaricabarile". E' la denuncia di Fiammetta Borsellino, la figlia minore, del giudice Paolo Borsellino, dopo la sentenza d'appello che ha confermato le condanne all'ergastolo dei due boss mafiosi Vittorio Tutino e di Salvino Madonia e dei due pentiti Francesco Andriotta e Calogero Pulci. "Un silenzio non degno dei ruoli di questo organismo", dice all'Adnkronos.

E rivela anche di avere avuto un incontro "informale" con il vicepresidente del Csm David Ermini. "Dopo una intervista rilasciata a Fazio dice - Ermini mi ha chiamata e mi ha detto che voleva avere un incontro e voleva che restasse informale. In quella occasione cominciò a dare giustificazioni varie, tra cui che l'ex Procuratore generale della Cassazione Fuzio, che non aveva fatto l'istruttoria dopo che io, un anno prima ero stata da Fuzio. E poi lo scorso 18 luglio lo stesso Fuzio mi fece una lettera aperta vergognosa".

Riccardo Fuzio, dopo aver lasciato il suo incarico perché il suo nome era comparso nelle carte dei pm che indagano su Luca Palamara, scrisse una lettera alla figlia minore del giudice. Nel documento sosteneva di non aver fatto in tempo ad aprire l'azione disciplinare contro i suoi colleghi indagati per depistaggio. "Doveva produrre atti e lavorare invece aveva altro da fare - dice oggi Fiammetta - tanto è vero che è stato coinvolto nella vicenda del Csm.". "Ermini voleva che questo nostro incontro restasse informale - dice - ma non posso perché il silenzio del Csm è stato arricchito ora da chi ha preso parte a quella anomalia...".

"Lo abbiamo ben chiaro che c'è stato il depistaggio, ma è frustrante dovere constatare che tutte le anomalie che sono state portate avanti dagli uomini delle istituzioni e che sono stati funzionali al depistaggio, oggi non sono chiarite. O, comunque, sono stati avviati dei procedimenti. Auspichiamo che si possa andare più a fondo". "Alla luce di tutto questo - dice - c'è la conferma che si possa arrivare a un approfondimento" anche se continuiamo a constatare il silenzio indegno del Csm...".

"Mi aspetto che ci sia un accertamento di responsabilità a più livelli, morale e giudiziaria. C'è la responsabilità disciplinare e gli accertamenti vanno fatti a più livelli". E torna a parlare di Riccardo Fuzio, ex procuratore generale della Cassazione: "Non è stato capace di avviare una istruttoria che desse impulso al Csm - conclude - . Anche Ermini mi ha detto che se avesse avuto impulso dalla Procura generale potevano fare qualcosa".

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