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"Vigilare su ritorno emblemi nazismo", l'allarme del Papa

15 novembre 2019 | 14.08
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La preoccupazione del Pontefice nell'incontro con i penalisti. Poi sottolinea: "Uso arbitrario della carcerazione preventiva, ripensare sul serio l'ergastolo"

(Afp)
(Afp)

Il Pontefice lancia l'allarme sul ritorno di rigurgiti nazisti. Ricevendo in udienza un nutrito gruppo di penalisti, il Pontefice, chiede la massima vigilanza invitando ad evitare ogni tipo di compromesso. "Si riscontrano episodi purtroppo non isolati, certamente bisognosi di un’analisi complessa, nei quali trovano sfogo i disagi sociali sia dei giovani sia degli adulti - denuncia il Papa - Non è un caso che a volte ricompaiano emblemi e azioni tipiche del nazismo, che, con le sue persecuzioni contro gli ebrei, gli zingari, le persone di orientamento omosessuale, rappresenta il modello negativo per eccellenza di cultura dello scarto e dell’odio". E, a braccio, aggiunge: "Quando sento qualche responsabile dell'ordine o del governo mi vengono in mente i discorsi di Hitler".

Di qui l'appello: "Occorre vigilare, sia nell’ambito civile sia in quello ecclesiale, per evitare ogni possibile compromesso - che si presuppone involontario - con queste degenerazioni".

Incontrando i penalisti di tutto il mondo Bergoglio parla anche del carcere e dei detenuti. Stop alla carcerazione preventiva, in tanti Paesi se ne fa un "uso arbitrario" denuncia Francesco. Parlando degli abusi di potere sanzionatorio, il Pontefice fa riferimento "ad alcuni problemi che si sono aggravati negli anni trascorsi dal nostro precedente incontro. L’uso improprio della custodia cautelare. Avevo segnalato con preoccupazione l’uso arbitrario della carcerazione preventiva".

"Purtroppo - lamenta Bergoglio - la situazione si è aggravata in diverse nazioni e regioni, dove il numero di detenuti senza condanna già supera ampiamente il cinquanta per cento della popolazione carceraria. Questo fenomeno contribuisce al deteriorarsi delle condizioni di detenzione ed è causa di un uso illecito delle forze di polizia e militari per questi fini. La reclusione preventiva, quando è imposta senza che si verifichino le circostanze eccezionali o per un periodo eccessivo, lede il principio per cui ogni imputato dev’essere trattato come innocente fino a che una condanna definitiva stabilisca la sua colpevolezza".

Per il Papa bisogna inoltre "ripensare sul serio l'ergastolo". "Carceri sempre con finestre, orizzonti - osserva Francesco - Guardare al reinserimento, pensare a come seminare speranza e pensare se la pena è capace di accompagnare".

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