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Papa: "Mi farò eco degli appelli profetici per il disarmo"

23 novembre 2019 | 12.54
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Il pontefice in Giappone: "Presto visiterò Nagasaki e Hiroshima, dove pregherò per le vittime del catastrofico bombardamento di queste due città"

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"Una Chiesa martiriale può parlare con maggiore libertà, specialmente nell'affrontare questioni urgenti di pace e giustizia nel nostro mondo". Lo ha sottolineato il Papa incontrando i vescovi giapponesi nella nunziatura apostolica, in occasione del viaggio in Giappone. Il Pontefice ricorda: "Presto visiterò Nagasaki e Hiroshima, dove pregherò per le vittime del catastrofico bombardamento di queste due città e mi farò eco dei vostri appelli profetici al disarmo nucleare. Desidero incontrare coloro che ancora patiscono le ferite di quel tragico episodio della storia umana; come pure le vittime del 'triplice disastro'. La loro prolungata sofferenza è un eloquente avvertimento al nostro dovere umano e cristiano di aiutare quanti soffrono nel corpo e nello spirito e di offrire a tutti il messaggio evangelico di speranza, guarigione e riconciliazione".

Bergoglio pensa anche alle vittime del recente tifone in Giappone: "Il male non fa preferenze di persone e non si informa sulle appartenenze; semplicemente irrompe con la sua forza distruttiva, come è accaduto anche di recente con il devastante tifone che ha causato tante vittime e danni materiali. Affidiamo alla misericordia del Signore coloro che sono morti, i loro familiari e tutti coloro che hanno perso la casa e i beni materiali. Non abbiamo paura di portare avanti sempre, qui e in tutto il mondo, una missione capace di alzare la voce e difendere ogni vita come dono prezioso del Signore. Vi incoraggio, dunque, nei vostri sforzi per garantire che la comunità cattolica in Giappone offra una testimonianza chiara del Vangelo in mezzo a tutta la società". Bergoglio pensa anche alle vittime del recente tifone in Giappone: "Il male non fa preferenze di persone e non si informa sulle appartenenze; semplicemente irrompe con la sua forza distruttiva, come è accaduto anche di recente con il devastante tifone che ha causato tante vittime e danni materiali. Affidiamo alla misericordia del Signore coloro che sono morti, i loro familiari e tutti coloro che hanno perso la casa e i beni materiali. Non abbiamo paura di portare avanti sempre, qui e in tutto il mondo, una missione capace di alzare la voce e difendere ogni vita come dono prezioso del Signore. Vi incoraggio, dunque, nei vostri sforzi per garantire che la comunità cattolica in Giappone offra una testimonianza chiara del Vangelo in mezzo a tutta la società".

Il Papa, incontrando i vescovi giapponesi, lancia poi l'allarme sull'aumento di suicidi e sul dilagare del bullismo in Giappone. Fenomeni, avverte, che colpiscono soprattutto i giovani. Da qui l'invito alla Chiesa giapponese a non lascarli soli. "Siamo consapevoli del fatto che vi sono diversi flagelli che minacciano la vita di alcune persone delle vostre comunità, che sono segnate, per vari motivi, dalla solitudine, dalla disperazione e dall'isolamento. L'aumento del numero di suicidi nelle vostre città, così come il bullismo (ijime) - osserva Bergoglio - e varie forme di auto-esigenza, stanno creando nuovi tipi di alienazione e disorientamento spirituale". "Quanto tutto ciò colpisce soprattutto i giovani! - il dolore del Papa -. Vi invito a prestare particolare attenzione a loro e ai loro bisogni, a cercare di creare spazi in cui la cultura dell'efficienza, della prestazione e del successo possa aprirsi alla cultura di un amore gratuito e altruista, capace di offrire a tutti, e non solo a quelli 'arrivati', possibilità di una vita felice e riuscita. Con lo zelo, le idee e l'energia che voi potete dare, oltre che con una buona formazione e un buon accompagnamento, i vostri giovani possono essere una fonte importante di speranza per i loro coetanei e dare una testimonianza viva di carità cristiana".

"So che la messe è molta e gli operai sono pochi, perciò - chiede il Papa - vi incoraggio a cercare, sviluppare e far crescere una missione capace di coinvolgere le famiglie e promuovere una formazione in grado di raggiungere le persone là dove si trovano, tenendo sempre conto della realtà: il punto di partenza per ogni apostolato nasce dal luogo in cui le persone si trovano, con le loro abitudini e occupazioni. Lì, dobbiamo raggiungere l'anima delle città, dei luoghi di lavoro, delle università per accompagnare con il Vangelo della compassione e della misericordia i fedeli che ci sono stati affidati".

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