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Fasciani bis, Cassazione conferma: "E' clan mafioso"

29 novembre 2019 | 18.28
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La Suprema Corte ha respinto i ricorsi di 10 dei 12 imputati. Raggi: "Sentenza storica"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

di Giorgia Sodaro

La II sezione penale della Cassazione ha confermato che quello dei Fasciani è un clan mafioso. La Suprema Corte ha infatti respinto i ricorsi di 10 dei 12 imputati confermando di fatto le sentenze dell’Appello bis, che aveva reintrodotto la mafia. Inoltre il collegio giudicante presieduto da Giovanni Diotallevi ha disposto un nuovo processo d’Appello per Mirko Mazzoni ed Eugenio Ferramo per rivedere il trattamento sanzionatorio.

Con questa sentenza la Cassazione ha cristallizzato la matrice mafiosa del clan Fasciani, confermando l’impianto accusatorio del secondo grado. Le accuse per gli imputati (12 in Cassazione ma 13 in Appello perché non ha presentato ricorso Gilberto Inno, condannato a 7 anni e un mese) sono a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, droga, usura ed estorsioni.

In particolare le condanne sono definitive per il capofamiglia Carmine Fasciani (27 anni e 10 mesi, la pena più alta), per la moglie Silvia Franca Bartoli (12 anni e 5 mesi), per le figlie Sabrina e Azzurra Fasciani (rispettivamente 11 anni e 4 mesi e 7 anni e 2 mesi) per il fratello del boss Terenzio Fasciani (8 anni e 6 mesi). La Cassazione ha poi respinto il ricorso del procuratore generale che aveva chiesto l’aggravamento della posizione delle due figlie del boss Carmine Fasciani, Sabrina e Azzurra, alle quali il secondo grado non aveva riconosciuto un ruolo apicale nell’organizzazione.

Per il nipote del boss Alessandro (10 anni e 6 mesi in Appello) è stato disposto uno sconto di pena di un mese. Proprio Alessandro Fasciani, 33 anni, figlio di Terenzio, è stato arrestato il 14 novembre scorso dagli agenti della Squadra Mobile di Roma ad Acilia, poco prima che prendesse un volo per fuggire dall’Italia. Nei suoi confronti è stata eseguita un'ordinanza di ripristino di custodia cautelare emessa dalla terza Sezione Penale della Corte di Appello di Roma.

Carmine Fasciani si trova attualmente detenuto in regime di 41 bis. Sono inoltre definitive le condanne di Riccardo Sibio (25 anni e 3 mesi), Luciano Bitti (13 anni e 3 mesi), John Gilberto Colabella (13 anni), Danilo Anselmi (7 anni). Il collegio giudicante ha disposto un appello Ter per Mirko Mazzoni (10 anni in Appello) ed Eugenio Ferramo (10 anni in Appello) per rideterminare il trattamento sanzionatorio.

E' la seconda volta che la Cassazione si esprime sul processo al clan del litorale. Il 26 ottobre 2017 la Suprema Corte aveva annullato con rinvio le condanne, disponendo di fatto un Appello bis per valutare l'esistenza della mafia che nel precedente secondo grado era caduta. Con la sentenza di oggi diventano definitive condanne per circa 140 anni.

"E' una sentenza storica - ha commentato la sindaca di Roma Virginia Raggi, presente in aula - Per la prima volta è stato affermato in modo chiaro che a Roma c’è stata e c’è la mafia. Per iniziare la cura bisogna riconoscere la malattia. Adesso Ostia può voltare pagina e alzare la testa". "Lo Stato c’è e l’amministrazione c’è - ha aggiunto - Oggi con me c’è Federica Angeli che non si è piegata".

L’avvocato Giulio Vasaturo, avvocato di parte civile per Libera nel processo al clan Fasciani, ha sottolineato che "è la prima volta che la Cassazione riconosce la mafia Roma. Non era mai accaduto nemmeno ai tempi della banda della Magliana". "La sentenza di condanna del clan Fasciani segna un nuovo corso della giurisprudenza - ha aggiunto - vengono riconosciute le mafie autoctone del centro-nord. E' una sentenza che farà scuola".

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