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Omicidio Pecorelli, distrutta arma al centro della nuova inchiesta

05 dicembre 2019 | 11.20
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Si tratta della Beretta 765 sequestrata a Monza nel 1995 a un uomo legato in passato ad Avanguardia Nazionale. Spariti anche i quattro proiettili che uccisero il giornalista

(Fotogramma)  - FOTOGRAMMA
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Si complica la nuova inchiesta della procura di Roma sull’omicidio di Mino Pecorelli, il giornalista ucciso nella capitale il 20 marzo 1979. L’indagine era stata riaperta dopo l’istanza presentata dalla sorella Rosita, che chiedeva di svolgere accertamenti balistici sulle armi che vennero sequestrate a Monza nel 1995 a un uomo legato in passato ad Avanguardia Nazionale, tra cui una Beretta 765 con 4 silenziatori artigianali, per confrontarle con i quattro proiettili con cui il giornalista fu ucciso in via Orazio, nel quartiere Prati a Roma, e che poteva trovarsi nell'ufficio dei corpi di reato del Tribunale di Monza.

Ma, a quanto si apprende, proprio la Beretta 765 è stata distrutta nel 2013 come riportato in un verbale recuperato a Milano. Ora i pm di piazzale Clodio attendono di sapere se di quell’arma siano state conservate delle foto. Un elemento che si aggiunge al mancato ritrovamento, al momento, dei quattro proiettili che sarebbero stati depositati nell’ufficio dei corpi di reato del Tribunale di Perugia.

"Quei proiettili ci sono e salteranno fuori - ha detto l'avvocato Biscotti -. La consulenza tecnica in ogni caso si farà perché, se è vero che l'arma è stata distrutta, è anche vero che sono state effettuate prove da sparo. Esiste un'ampia documentazione. Anche i proiettili furono fotografati e quindi è possibile effettuare una comparazione con le foto dell’arma".

''Sono fiduciosa che quei proiettili verranno trovati perché il lavoro di ricerca a Perugia è ancora in corso e non tutto quello che c'era da aprire è stato aperto" dice all'Adnkronos la sorella del giornalista. "Dobbiamo attendere che tutte le indagini vengano completate, qualcosa verrà fuori. In ogni caso credo che una comparazione con le foto dell'arma anche se andata distrutta sia possibile".

''Ho fiducia nei magistrati - aggiunge - come sempre. Se c'è anche qualche piccola possibilità io voglio andare avanti. Attendiamo novità perché secondo me qualcosa dovrà venire fuori. Io sto combattendo ancora perché voglio arrivare alla verità''.

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