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Migranti: don Biancalani, 'un dovere morale querelare Salvini'

10 dicembre 2019 | 16.43
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Don Biancalani racconta in anteprima all'Adnkronos come sarà la Natività di quest'anno a Vicofaro: "Un Gesù clandestino in cerca di permesso di soggiorno". E dopo le critiche del leader leghista conferma la denuncia: "Un dovere morale querelare Salvini"

I posti letto per i migranti a Vicofaro (foto Massimo Biancalani)
I posti letto per i migranti a Vicofaro (foto Massimo Biancalani)

(Ripetizione da altra categoria)

(di Lavinia Gerardis) - Un presepe su un materasso, tutto colorato, e appeso dietro il permesso di soggiorno di Gesù clandestino. Così il Bambinello nascerà quest'anno nella chiesa di Vicofaro, tra gli altri materassi che ospitano i giovani migranti nella parrocchia di don Massimo Biancalani.

"Lo realizzeremo tutti insieme con i ragazzi che pur essendo musulmani sentono tantissimo il Natale - spiega all'Adnkronos don Biancalani - perché nel Corano si parla del concepimento di Maria e della nascita di Gesù che per loro è un profeta importante. La maggior parte di loro - aggiunge con tenerezza - sono poco più che bambini, ragazzi giovanissimi che festeggiano con noi, accettano il regalino... Insomma siamo una grande famiglia".

Don Massimo è orgoglioso dei suoi ragazzi, per questo non accetta che si affermino cose false su di loro. E per questo conferma l'intenzione di sporgere una nuova denuncia nei confronti di Matteo Salvini che in un tweet dell'8 dicembre aveva affermato che 'i cittadini di Vicofaro lamentano scene moleste ad ogni ora del giorno e della notte, compresi rapporti sessuali consumati sul cofano delle automobili'.

"È un dovere morale querelare un signore che ha una responsabilità nel Paese e che - afferma Biancalani - si permette di insinuare situazioni che non esistono. A Vicofaro - spiega - ci sono due o tre famiglie ostili ma per motivi ideologici. Per quanto riguarda i migranti non ci risultano comportamenti di questo tipo", assicura il sacerdote.

"Sesso sul cofano di una macchina? La loro religione gli ha trasmesso un tale senso del pudore che si vergognano persino di spogliarsi in più di uno alla volta quando devono fare la doccia. È impensabile che si siano verificati episodi del genere che nel caso ci sarebbero stati sicuramente riferiti. Ma così non è stato", aggiunge.

Ma è vero che a Vicofaro alcuni fedeli hanno storto il naso "e si sono allontanati silenziosamente" dopo la scelta della parrocchia di aprire le porte ai migranti ma "altri si sono avvicinati e si sono rimboccati le maniche come volontari".

E Biancalani è sicuro che quella dell'accoglienza sia la strada giusta. "L'unica luce da seguire è il Vangelo - ricorda -. Spesso il Vangelo viene messo dietro le spalle e si fa prevalere l'aspetto di mediazione politica anche nella Chiesa: mediare per ritagliarsi degli spazi. Il modello Ruini, un approccio che papa Francesco ha raso al suolo, una linea superata. Il punto è che sul territorio c'è ancora tutto un episcopato formato a quella linea. Ma Francesco ci richiama al Vangelo".

Fu proprio il Pontefice infatti nel 2015 a invitare parrocchie e monasteri ad aprire le porte per accogliere almeno una famiglia di profughi. "Noi dal Papa abbiamo ricevuto l'esortazione ad andare avanti anche in questo modo creativo, povero, con i materassi per terra - riferisce Biancalani - E l'altro giorno (il 4 dicembre) l'elemosiniere del Papa, il cardinale Krajewski, ha ribadito l'appello ad aprire canoniche, conventi, monasteri per ospitare ognuno almeno una famiglia". A Vicofaro infatti c'è molto più di una famiglia di migranti.

"Sono circa 180-200 quelli che orbitano attorno alla nostra parrocchia. Ma non siamo noi che abbiamo tanti ragazzi - evidenzia don Massimo - ma tante le chiese che non hanno aperto le porte. Noi siamo diventati un punto di riferimento tra Firenze, Pistoia e anche a Lucca. Ci sono persone che vengono qui solo per dormire o per rifocillarsi, altre per usufruire del nostro sportello medico, sindacale o legale. Solo un 30-40 per cento da noi sono fissi. Anche perché i migranti - spiega don Massimo - anche quando arrivano in Italia continuano a essere migranti: si spostano in cerca di lavoro".

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