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Crack 'Banca Base', due arresti e 18 indagati

19 dicembre 2019 | 08.28
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In manette il presidente del Cda e il direttore generale. Pm Zuccaro: "Crediti concessi senza idonee garanzie"

Crack 'Banca Base', due arresti e 18 indagati

Sono il presidente del Cda e il direttore generale di Banca Base, rispettivamente Piero Bottino, di 63 anni, e Gaetano Sannolo, di 47, arrestati, e posti ai domiciliari, da militari della Guardia di Finanza di Catania e del nucleo speciale di polizia valutaria nell'ambito dell'inchiesta sul crack dell'istituto di credito. I Militari delle Fiamme gialle hanno così notificato un avviso di conclusione indagini nei confronti di 18 indagati emesso dalla Procura distrettuale. I reati ipotizzati, a vario titolo, dalla Procura distrettuale di Catania per gli arrestati e i 18 indagati, sono, in concorso, bancarotta fraudolenta, falso in prospetto, ostacolo all'esercizio delle funzioni di vigilanza e aggiotaggio. Al centro dell'inchiesta lo stato d'insolvenza della Banca Sviluppo Economico s.p.a., Banca Base appunto, nata nel 2007, dichiarato dal Tribunale civile di Catania nel dicembre 2018 e confermato in appello nell'aprile 2019.

L'operazione delle Fiamme Gialle, denominata 'Fake Bank', secondo l'accusa, avrebbe consentito di "tracciare la perpetrazione ripetuta di illecite condotte operate dalla governance della 'fallita' banca etnea consistenti in operazioni finanziarie anti-economiche e dissipative del patrimonio societario in dispregio dei vincoli imposti dall'Autorità di Vigilanza".

IL PM - "La Banca base ha tradito assolutamente quello che era il motivo per cui era nata. Ha iniziato ad essere operativa nel 2009 e già nel 2010, nella prima ispezione della Banca d'Italia, emergeva il fatto che i crediti erano stati concessi senza idonee garanzie a determinati soggetti che non avevano appunto proposto determinate garanzie" ha detto il Procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro.

"Nel tempo - ha aggiunto - le condotte sono state reiteratamente rivolte a non tenere conto delle garanzie e dell'effettivo pagamento e di quelli che erano i ratei che avrebbero dovuto consentire la restituzione del debito".

"Se questo è stato fatto ad onta di tutte le indicazioni che la Banca d'Italia nel corso di ben tre ispezioni fornisce - ha evidenziato Zuccaro - se viene fatto nonostante le imprese che hanno usufruito di questi crediti non pagassero i ratei per la restituzione sconfinando sistematicamente, si deve ritenere che il fine debba essere, per rimanere coerenti con la condotta, quello di favorire indebitamente determinati soggetti e, tra questi, anche gli stessi amministratori della banca".

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