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Schiaffo del Papa, prete-psicologo: "Reazione istintiva"

02 gennaio 2020 | 16.10
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Padre Amedeo Cencini all'Adnkronos: "Riconoscere gli errori è un bell'esempio"

 (Afp)
(Afp)

di Enzo Bonaiuto

"La reazione è stata istintiva, del corpo prima ancora della mente, per recuperare una posizione di stabilità subito dopo la paura per una possibile caduta, dovuta al problema fisico di cui soffre". E' quanto spiega all'AdnKronos lo 'psicologo della Chiesa' padre Amedeo Cencini, sacerdote canossiano e psicoterapeuta, autore di diverse opere sul rapporto fra la religione, la psicologia e la psicanalisi, commentando la reazione - che potrebbe apparire inappropriata, quando attribuita a un pontefice - di Papa Francesco rispetto a una fedele che lo aveva strattonato con vigore tirandolo a sé per il braccio durante un'udienza, ricevendo in cambio, una volta 'liberatosi' dalla morsa anche con uno schiaffettino, un'occhiataccia e un rimprovero, seppur seguiti da una sorta di 'scuse pubbliche' da parte di Jorge Mario Bergoglio per il "cattivo esempio" dato nell'occasione.

Padre Amedeo mette l'accento soprattutto sulla reazione successiva di Jorge Mario Bergoglio, che "con assoluta libertà interiore e di coscienza, alla prima occasione, ha trovato il modo di riconoscere davanti a tutti la reazione avuta, chiedendo umilmente scusa per 'aver perso la pazienza, dando un cattivo esempio', usando una formula persino troppo pesante nei confronti di se stesso. Non è stato certo autoassolutorio... Anzi, il suo gesto prima e le sue scuse dopo ci restituiscono, ove mai ce ne fosse ulteriore bisogno, una dimensione di umanità del Papa davanti a una reazione che poteva apparire all'esterno come non del tutto appropriata, nonostante il forte carico psicologico e mediatico che un Pontefice deve affrontare e sopportare, posto davanti ai riflettori e agli occhi di tutto il mondo".

Del resto, osserva il prete-psicologo, "il Papa si espone molto volendo sempre andare in mezzo alla gente, correndo una serie di rischi che a quel punto sono inevitabili, basti pensare all'episodio in parte analogo, durante la sua visita apostolica in Messico. Qui entra in ballo anche l'educazione dei fedeli, che se desiderano che il Papa sia loro vicino devono anche adeguare il loro comportamento: non possono 'catturarlo' e tirarlo a sé, lui è lì per tutti. Ma il dato prioritario, che merita attenzione, resta il suo 'riconoscimento' di un comportamento immediato che per primo non è piaciuto a lui stesso, al di là che fosse pienamente e umanamente giustificabile. Riconoscere i nostri sbagli: questo sì è un 'esempio' che andrebbe seguito da tutti".

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