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Tumori, "potenziale rischio da cellulari ma non ci sono prove"

15 gennaio 2020 | 11.24
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Ruggiero (Gemelli): "Necessarie ricerche su casistiche ampie per capire cosa accade dopo anni"

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

"Esiste una potenziale correlazione tra l'uso dei telefonini e il rischio di sviluppare un tumore, ma ad oggi non esiste un'evidenza scientifica che permette di porre effettivamente in relazione l'esposizione a fonti elettromagnetiche e le neoplasie cerebrali. Questo perché ci sono degli studi con pochi casi e uno scarso 'follow up', dove ci sono molte variabili che entrano in gioco per capire effettivamente il ruolo singolo delle onde elettromagnetiche". Così all'AdnKronos Salute il direttore del reparto di Oncologia pediatrica della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma, Antonio Ruggiero, commentando la sentenza della Corte d'Appello di Torino che ha stabilito il legame tra il tumore di un paziente e l'uso prolungato nel tempo del telefonino. Secondo Ruggiero, è necessario quindi "fare delle ricerche con ampie casistiche per vedere quello che accade a distanza di anni".

"Le sentenze si rispettano sempre e in ogni caso. Sulle materie di natura scientifica, per quanto mi riguarda è vincolante quello che viene affermato dagli istituti di scientifici internazionali a partire dall'Oms e in Italia dall'Iss". Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, rispondendo - a margine della visita al reparto di Oncologia pediatrica del Policlinico Gemelli Irccs di Roma - alle domande sulla sentenza della Corte d'Appello di Torino.

"I giudici di Torino o sono da Nobel, o stanno prendendo una cantonata epocale. Hanno stabilito un precedente unico al mondo, arrivando ad individuare un nesso causale fra uso dei telefonini cellulari e tumori mai dimostrato da prestigiosi istituti scientifici internazionali. E questo sulla base delle affermazioni di periti. O si tratta di un'innovazione metologica e scientifica dirompente, oppure di una cantonata". Così Walter Ricciardi, ex presidente dell'Iss, professore ordinario di Igiene e Medicina preventiva all'Università Cattolica di Roma e presidente del Mission Board for Cancer (che gestisce i fondi per la ricerca oncologica in Europa). "Dove non arrivano scienziati che studiano da una vita e poderose istituzioni internazionali, arrivano i giudici della Corte d'Appello di Torino e loro periti? Ebbene, condivido in pieno il pensiero del ministro della Salute Roberto Speranza - aggiunge Ricciardi- Il nesso causale non è stato ancora dimostrato dalla ricerca, tanto che la Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha parlato di un potenziale effetto cancerogeno, come per la carne rossa, per intenderci. Occorrono studi di lunga durata, complessi e su grandi numeri per avere una risposta". Come regolarsi dunque, nel frattempo? "I cellulari andrebbero usati con raziocinio, seguendo appunto le indicazioni degli istituti scientifici, ovvero utilizzandoli preferibilmente con l'auricolare, e prestando cautela nel caso dei bimbi che sono nell'età dello sviluppo", conclude l'esperto.

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