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Travaglio vs Mattia Feltri: "Affetto da Cazzatavirus"

01 febbraio 2020 | 09.44
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L'editoriale sul Fatto Quotidiano: "Feltri Jr collega tanto attivo quanto ignaro di questioni giudiziarie"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Continua la polemica su prescrizione, carcere e presunzione di innocenza. A riaprire il dibattito l'editoriale sul Fatto Quotidiano di stamane firmato Marco Travaglio, che accusa i suoi detrattori di essere stati "irrimediabilmente contagiati dal Cazzatavirus". Tra loro, anche il giornalista Mattia Feltri, citato insieme a Gaia Tortora per la lunga querelle sulle parole del ministro Alfonso Bonafede in tema di giustizia, polemica poi rientrata dopo il chiarimento del Guardasigilli.

"Il giornalista medio italiano - attacca Travaglio - è molto più ciuccio dello studente medio italiano. L’ho sperimentato domenica scorsa, quando la vicedirettrice del Tg La7 mi ha mandato 'affanculo' per aver scritto che tutti i detenuti in custodia cautelare sono considerati 'presunti innocenti' fino a sentenza definitiva di condanna, dunque 'non c’è nulla di scandaloso se un 'presunto innocente' è in carcere: è la legge che lo prevede'. Mi aspettavo - continua il direttore del Fatto Quotidiano - che qualche giurista o commentatore o giornalista che conosce la differenza fra carcere per custodia cautelare (durante le indagini o il processo) e per espiazione pena (dopo la condanna definitiva), se voleva intervenire anziché tacere per carità di patria, spiegasse alla signora che la mia era un'ovvietà descrittiva di un principio cardine del nostro ordinamento".

"Invece tutti, ma proprio tutti quelli che sono intervenuti - punta il dito - erano già irrimediabilmente contagiati dal Cazzatavirus: infatti hanno solidarizzato con l'insultatrice anziché con l’insultato. Nulla di nuovo sotto il sole". Tra questi, continua Travaglio, "Mattia Feltri, collega tanto ignaro quanto attivo su questioni giudiziarie, scrive su La Stampa: 'Per Bonafede non ci sono innocenti in carcere, e se ci sono, aggiungono i suoi bardi, non è uno scandalo, nonostante un detenuto su tre sia in attesa di giudizio'. Premesso che i 'bardi' di Bonafede saremmo noi (ormai si polemizza senza neppure avere il coraggio di specificare con chi) - nota il giornalista -, vediamo quante scemenze contiene quella frase. 1) Bonafede non ha mai detto che non ci sono innocenti in carcere, ma che la sua riforma della prescrizione non manda in carcere nessun innocente (né colpevole). 2) Chi spiega cos’ha detto Bonafede non è un 'bardo': è, diversamente da Feltri jr. - la stoccata -, uno che capisce una frase di senso compiuto pronunciata in un dibattito tv non sui detenuti in attesa di giudizio, ma sulla blocca-prescrizione che incide zero sui detenuti in attesa di giudizio. 3) Io non ho mai scritto che 'se ci sono innocenti in carcere non è uno scandalo': ma che tutti quelli che finiscono in carcere prima della sentenza definitiva sono 'presunti innocenti' (inclusi quelli che il reato l’hanno commesso eccome). E questo non è uno scandalo, ma è la prassi in tutto il mondo civile. Non l’ho deciso io: è scritto nella Costituzione e nel Codice di procedura", spiega ancora.

Per Travaglio resta quindi "un dilemma: essendo la mia frase, oltreché un'ovvietà, un brevissimo testo in lingua italiana di complessità medio- bassa, com’è possibile che tutti i colleghi che l’hanno commentato ne abbiano ribaltato il senso di 180 gradi? Delle tre l’una: o sono vittime del Cazzatavirus; o sono dei mascalzoni in malafede, che attribuiscono cose mai dette a chi vogliono screditare e mettere alla gogna; o - conclude - sono dei somari in buona fede".

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