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Omicidio Vannini, decide la Cassazione

07 febbraio 2020 | 06.52
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All'esame i ricorsi presentati dalla procura generale di Roma, dai familiari della vittima, parti civili e difesa. Punto centrale la sussistenza o meno del reato di omicidio volontario riconosciuto in primo grado, ma non in appello per Antonio Ciontoli. Il sit in: "Giustizia e Verità per Marco" (FOTO)

Omicidio Vannini, decide la Cassazione

E' attesa per oggi la decisione dei giudici della Cassazione sull'omicidio di Marco Vannini, il ragazzo ucciso da un colpo di pistola nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2015 mentre era a casa della fidanzata a Ladispoli, sul litorale romano. All'esame della prima sezione penale i ricorsi presentati dalla procura generale di Roma, dai familiari della vittima, parti civili, e dalla difesa. Punto centrale sarà la sussistenza o meno del reato di omicidio volontario riconosciuto in primo grado ma non in appello dove il sottufficiale della Marina Militare e padre della fidanzata di Marco, Antonio Ciontoli, un anno fa ha visto la pena ridursi da 14 a 5 anni.

Per l'omicidio di Marco, appena ventenne, lo scorso 29 gennaio i giudici della corte d'Assise d'Appello di Roma hanno condannato Antonio Ciontoli per l'accusa di omicidio colposo a 5 anni di reclusione contro i 14 che gli erano stati inflitti in primo grado, confermando, invece, le condanne a tre anni per i due figli di Ciontoli, Martina e Federico, e per la moglie Maria Pezzillo. Alla lettura della sentenza nell'aula quale giorno esplose la protesta dei familiari e degli amici di Marco: ''La vita di Marco non può valere cinque anni''. Tutti gli imputati erano in casa quando Vannini venne colpito mentre era nella vasca da bagno da un proiettile che dalla spalla arrivò fino al cuore, uccidendolo. Durante il dibattimento il capofamiglia, Antonio Ciontoli, aveva detto di essere stato lui a sparare al fidanzato di sua figlia spiegando però che il colpo sarebbe partito per errore.

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