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Treno deragliato, indagati cinque operai

07 febbraio 2020 | 11.42
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Si tratta del caposquadra e di quattro dipendenti di Rete ferroviaria italiana impegnati nei lavori di manutenzione dello scambio dell'Alta Velocità. "Aiuto, abbiamo deragliato", la prima telefonata al 112 /Ascolta

Treno deragliato, indagati cinque operai

dall'inviata Antonietta Ferrante

Le carrozze di 'prima classe', vuote, visto anche l'orario del treno, che seguivano la motrice hanno reso il bilancio in termini di vite umane molto meno cruento. E' questa la verità che gli investigatori non nascondono mentre analizzano la dinamica dell'incidente ferroviario che ieri, alle porte di Lodi, è costato la vita a Giuseppe Cicciù, 52 anni, e Mario Di Cuonzo, 59, macchinista e addetto delle Ferrovie dello Stato che viaggiavano sul Frecciarossa partito da Milano e diretto a Salerno. Trentuno i feriti.

Indagati cinque operai Rfi, il caposquadra e quattro dipendenti, impegnati nei lavori di manutenzione a uno scambio dell'Alta Velocità. La procura di Lodi ha aperto un'inchiesta per disastro ferroviario colposo, omicidio colposo e lesione colpose dopo l'incidente ferroviario. I cinque operai di Rfi che lavoravano lungo la tratta interessata dall'incidente erano all'opera "su un'anomalia segnalata dal sistema". Lo conferma uno degli inquirenti. Ascoltati ieri, il caposquadra e i quattro tecnici avrebbero negato eventuali errori di manutenzione.

L'iscrizione nel registro degli indagati consente di poter procedere con accertamenti irripetibili sul convoglio. La Procura sospetta, fin dal primo momento che l'incidente avvenuto giovedì mattina alle porte di Lodi, sia legato a un errore umano successivo a una manutenzione non eseguita nel modo corretto: uno scambio sarebbe stato lasciato in posizione non giusta, una 'disattenzione' non rilevabile dal sistema centrale di Bologna perché lo scambio sarebbe rimasto 'scollegato', ossia fuori rete. Il sospetto degli inquirenti è che quella operazione manuale sia stata solo comunicata e mai effettuata.

Gli operai intervenuti sullo scambio poco prima che il treno deragliasse - il Frecciarossa coinvolto nell'incidente è il primo che passa dopo la manutenzione - non riuscendo probabilmente a trovare una soluzione al 'guasto', avrebbero deciso "di 'bloccare' lo scambio nella posizione dritta ed escluderlo dal sistema automatico", cioè di dire: "visto che non sono sicuro del funzionamento di questo scambio lo metto sul corretto tracciato, sulla via libera dritta, fai come se non ci fosse. Io operaio lo blocco in questa posizione e tu (da Bologna) non lo puoi manovrare dal sistema remoto, non lo vedi più", spiega un esperto. E come se quello scambio fosse stato 'cancellato' dai binari, rendendo dritta la strada. Ma solo in teoria: il Frecciarossa appena partito da Milano che viaggiava a 290 chilometri si è trovato improvvisamente di fronte lo scambio 'curvo' che ha deragliato la corsa della motrice. Un'ipotesi che solo gli accertamenti tecnici potranno confermare. Gli operai, sentiti subito dopo l'incidente, avrebbero negato di aver lasciato lo scambio in una posizione non corretta.

Rispetto al punto dell'impatto, l'ipotesi a cui lavora la procura è quella di uno scambio posizionato in modo errato dopo dei lavori di manutenzione appena terminati - questo ha portato il convoglio su un binario sbagliato - "le carrozze in testa hanno continuano a correre sulle pietre per 400 metri". La motrice per un sistema di sicurezza si è staccata dal resto del treno, la seconda carrozza invece ha probabilmente incontrato un ostacolo sul cammino e si è inclinata sui binari.

In mattinata c'è stato un incontro a Lodi tra il procuratore Domenico Chiaro e i consulenti incaricati di eseguire i rilievi sul Frecciarossa. Al centro degli accertamenti da parte degli esperti è se il sistema di sicurezza stesse dando il "giusto tracciato". Al vaglio degli inquirenti la possibilità di eseguire accertamenti irripetibili che comporterebbe l'iscrizione di eventuali responsabili nel registro degli indagati.

Intanto, da quanto trapela dagli addetti ai lavori ci vorranno giorni, se non alcune settimane, per ripristinare la linea dell'alta velocità. Gli esperti della polizia stanno lavorando anche all'acquisizione dei dati dei sistemi di registrazione che regolano la circolazione ferroviaria e all'analisi delle scatole nere del treno. Saranno queste ultime più che le telecamere, in stazione sono presenti "ma sono di sicurezza e hanno ripreso solo qualche scintilla", fa sapere un investigatore, a restituire gli ultimi istanti del viaggio del Frecciarossa.

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