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Treno deragliato, "errore umano ma anche problema elettrico"

12 febbraio 2020 | 20.17
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Treno deragliato,

Non solo "un errore umano" ma anche "un problema tecnico". E questa la combinazione che potrebbe aver portato all'incidente ferroviario in cui giovedì scorso hanno perso la vita Giuseppe Cicciù, 51 anni, e Mario Dicuonzo, 59, macchinista e addetto dello Ferrovie dello Stato che viaggiavano sul Frecciarossa, partito da Milano e diretto a Salerno. Elementi che emergono, sempre più nitidi, dagli accertamenti che proseguono da parte della procura di Lodi che indaga per disastro ferroviario colposo, omicidio colposo e lesioni multiple per il deragliamento, avvenuto tra i comuni di Ospedaletto Lodigiano e Livraga. 

Al momento sono cinque gli operai Rfi indagati, si tratta della squadra che stava facendo dei lavori di manutenzione su uno scambio fino a un'ora prima del passaggio del treno. Indagata anche la società per la legge 231 per la responsabilità amministrativa degli enti. Gli uomini della Polfer e del Nucleo operativo incidenti ferroviari, insieme ai consulenti di parte, hanno iniziato "gli accertamenti sul deviatoio 'gemello'" posto sul binario accanto a quello interessato dalla manutenzione "per ricostruire attraverso varie prove cosa potrebbe essere successo la notte dell'incidente", spiega una fonte. Se "il problema potrebbe essere di natura elettrica, ora è da capire cosa potrebbe averlo originato". 

Gli operai hanno sempre sostenuto, sia quando sono stati sentiti come testimoni che come indagati, di aver lavorato allo scambio e non essendo riusciti a risolvere il guasto di averlo lasciato dritto e scollegato dalla rete, ossia il treno avrebbe dovuto proseguire la sua corsa sul binario, senza la possibilità per la centrale di Bologna di intervenire da remoto. Di fatto quando il convoglio è arrivato su quel punto a 290 chilometri all'ora il deviatoio non era dritto e la motrice ha deragliato. "Se la centrale di Bologna legge corretto quel segnale c'è un problema elettrico paradossalmente - sottolinea la fonte - potrebbe non essere solo un errore". Ancora non sono certi i tempi per la rimozione del treno e la riapertura del tratto dell'Alta Velocità interessato dall'incidente in cui sono rimaste ferite, in modo non grave, 31 persone. 

La procura di Lodi, si legge in un passaggio della nota della procura locale, "ha cercato di coniugare al meglio le esigenze di puntuali investigazioni con quelle connesse al regolare utilizzo di un'infrastruttura di interesse vitale per il Paese, anche al fine di limitare al massimo lo sforzo compito dalla polizia ferroviaria per la custodia dei luoghi interessati dal sinistro". Gli accertamenti dei consulenti "continueranno nei prossimi giorni al fine di accertare pienamente la causa del disastro ferroviario". 

PARZIALE DISSEQUESTRO AREA - La procura di Lodi ha emesso il provvedimento "di parziale dissequestro dell'area interessata dal deragliamento del treno Frecciarossa", su cui hanno perso la vita i due macchinisti, "al fine di consentire all'ente gestore di iniziare i lavori di parziale ripristino della linea alta velocità Milano Bologna nel tratto interessato dall'incidente". Il provvedimento riguarda "la motrice" su cui viaggiavano le due vittime - Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo -, "i vagoni nonché il binario contrapposto è quello ove è avvenuto il deragliamento, in modo che dopo la rimozione dello stesso materiale e la sistemazione dell'area potrà essere ripresa parzialmente la circolazione". Impossibile indicare una data precisa, ma ci vorrà "almeno una settimana di lavori" per risistemare linee elettriche e binari interessati dal deragliamento. "Rimarrà in sequestro, oltre ad una porzione del cosiddetto posto movimento (l'edificio contro il quale si è scontrata la motrice), solo una parte del binario interessato al deragliamento e lo scambio oggetto di iniziale verifica in data odierna dai consulenti di questa procura", si evidenzia nella nota. Si tratta dello scambio a cui lavoravano, fino a un'ora prima dell'incidente avvenuto alle 5.35, i cinque operai Rfi indagati dal pm Giulia Aragno. Il sospetto è che proprio un errore umano, insieme a un "problema elettrico" che ha fatto 'leggere' male la posizione del deviatoio al sistema centrale di Bologna, ha determinato il deragliamento che è costato la vita ai due macchinisti. Anche la società Rfi risulta indagata per la legge 231 per la responsabilità amministrativa degli enti. Gli uomini della Polfer e del Nucleo Nucleo operativo incidenti ferroviari, insieme ai consulenti, hanno iniziato "gli accertamenti sul deviatoio 'gemello'" posto sul binario accanto a quello interessato dalla manutenzione dei tecnici "per ricostruire attraverso varie prove cosa potrebbe essere successo la notte dell'incidente", spiega una fonte. Se "il problema potrebbe essere di natura elettrica, ora è da capire cosa potrebbe averlo originato. Se la centrale di Bologna legge corretto quel segnale c'è un problema elettrico, paradossalmente potrebbe non essere solo un errore". 

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