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Coronavirus Codogno, per 38enne partita prima del ricovero

21 febbraio 2020 | 12.13
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Le attività dell'uomo prima di essere ricoverato, un centinaio i contatti in 'sorveglianza attiva'. I calciatori cremaschi, circa una ventina, sono stati invitati dall’Asst di Crema a non muoversi da casa fino al 29 febbraio. La società: "

Coronavirus Codogno, per 38enne partita prima del ricovero

Il 38enne risultato per primo positivo al coronavirus, stando a quanto apprende l’Adnkronos, prima di essere ricoverato all’ospedale di Codogno ha giocato a calcio con la squadra del bar Picchio di Castiglione d'Adda e partecipato a un corso della croce rossa sabato mattina. Nel pomeriggio di sabato 15 febbraio la squadra di calcio a 11 in cui militava il 38enne, la Picchio di Somaglia, ha giocato in trasferta contro una squadra cremasca, la Amatori Sabbioni. La gara si è conclusa con un pareggio sul campo di Madignano. I giocatori cremaschi, circa una ventina, sono stati invitati dall’Asst di Crema a non muoversi da casa fino al 29 febbraio. Saranno sottoposti a controlli nelle loro abitazioni.

"Vi informiamo che la Società Somaglia si è attivata immediatamente con l’Azienda Sanitaria e siamo a stretto contatto con la Regione Lombardia (ATS). La macchina operativa dei controlli è già avviata, a breve tutte le persone che sono state a stretto contatto con il ragazzo saranno sottoposte ai controlli (tamponi)". Lo spiega dalla propria pagina Facebook l'Us Somaglia, in relazione al 38enne. La società, spiega poi all'Adnkronos che "il ragazzo risultato positivo al Coronavirus gioca nel Picchio Pub, che è una società di Somaglia indipendente ed iscritta al Campionato CSi", ma si è "ritenuto opportuno postare sul nostro profilo Facebook quella comunicazione, in quanto condividiamo gli stessi spogliatoi per le sedute d'allenamento".

"Stretto contatto - spiegano inoltre - si intende macchina o stanza chiusa con scambio di liquidi. Non creiamo allarmismi, sentito il personale preposto, ritengono che non c’è alcuna motivazione per sospendere le attività. Nel caso, dovessimo ricevere nuovi disposizioni vi daremo immediatamente comunicazioni", hanno fatto sapere dalla società.

Tra la cena del 38enne italiano con un conoscente rientrato dalla Cina e la manifestazione dei sintomi "sembrerebbero passati tra i 16 e i 18 giorni", ha spiegato l'assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera in collegamento telefonico ad 'Agorà' su RaiTre. Si sta verificando se si è trattato, dunque, di un contagio da persona asintomatica e se i tempi di incubazione sono stati più lunghi. Secondo quanto si apprende, dopo i 3 casi di nuovo coronavirus registrati nel Lodigiano, sarebbero stati individuati un centinaio di contatti, persone attualmente in 'sorveglianza attiva'.

Il paziente positivo "ha mostrato i primi sintomi il giorno 15 febbraio. Si è recato al pronto soccorso di Codogno il giorno 18", ha poi aggiunto Gallera, durante la conferenza stampa sul caso. Il paziente "aveva lamentato uno stato febbrile. E' stato alcune ore in pronto soccorso ed è stato rimandato a casa. Dopo alcune ore è peggiorato e quindi è tornato al pronto soccorso. In quel momento è stato ricoverato e la sua condizione è degenerata velocemente. E quando è stato portato in terapia intensiva, di fronte alle insistenti domande, la moglie ha ricordato che, i primi di febbraio, ha avuto degli incontri con un suo amico che tornava da un viaggio in Cina. Da lì abbiamo fatto i tamponi".

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