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Coronavirus, Bertolaso: "Imporre prezzi 'politici' per disinfettanti"

24 febbraio 2020 | 13.53
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L'ex capo della Protezione civile all'Adnkronos: "Si adotti un'ordinanza per evitare speculazioni vergognose"

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"Io ricordo che quando ci siamo trovati in situazioni di emergenza o in occasioni di grandi eventi ricordo sempre che c'erano i furbi che aumentavano il prezzo dell'acqua minerale, delle derrate alimentari. Io penso che il governo dovrebbe imporre dei prezzi 'politici' evitando così speculazioni vergognose su disinfettanti, mascherine". A dirlo Guido Bertolaso, ex capo della Protezione civile, interpellato dall'Adnkronos, sull'emergenza coronavirus.

"Si stanno facendo tante ordinanze importanti in uno stato di emergenza nazionale e allora si adotti anche un'ordinanza dove si dice che il prezzo della mascherina non può essere superiore a un certo prezzo. Non si può permettere - sottolinea - un mercato nero e gli strumenti per evitarlo".

L'EUROPA - "Trovo assolutamente scorretto e indegno l'atteggiamento degli altri Paesi europei che adesso si indignano davanti alla situazione italiana. Dove era l'Europa quando qualche settimana fa l'Italia ha chiesto di chiudere i voli verso la Cina?"."Paesi che hanno fatto tutti i loro calcoletti - sottolinea Bertolaso - hanno pensato tutti che l'economia era più importante della solidarietà, hanno pensato agli affari propri e questo ci ha indeboliti e lasciati soli di fronte a questa situazione. E' vergognoso il ragionamento di quei Paesi che fermano i treni o pensano di chiudere le frontiere invece di dire siamo tutti solidali con l'Italia, vi diamo una mano, anche con tecnici di laboratori in supporto". "Tutti aiutino l'Italia a superare questo momento di difficoltà - dice l'ex capo della Protezione Civile - questo dovrebbe fare l'Europa Unita, non certo pensare di chiudere le frontiere o bloccare i treni. E anche il governo e la politica italiana dovrebbe evitare di fare polemica e fare fronte comune contro questi atteggiamenti".

"MEDICI LASCIATI SOLI" - "Il personale medico e paramedico è stato lasciato solo nel primo periodo, sono stati esposti al rischio di contagio: un fatto accaduto solo in Cina e in Italia. Nessuno pensi di dare addosso alla classe medica italiana che è una delle migliori al mondo messa in prima linea sul coronavirus". "C'è stata una serie di fattori sfortunati, negativi di qualche viaggiatore arrivato dalla Cina attraverso aeroporti europei non controllati o che non ha segnalato in modo chiaro e tempestivo il Paese di provenienza. Mi chiedo - prosegue Bertolaso - se arriva un pensionato da Lodi che dice di non essere andato in Cina e di non essere entrato in contatto con persone a rischio che cosa può fare un medico?".

"SCARSA VALUTAZIONE FENOMENO" - "Da ultimi in classifica per contagi ora siamo al terzo posto, un repentino cambiamento di numeri che ci ha portato ad essere sul podio per questa vicenda e questo è motivo di preoccupazione". "Le prime misure in Italia hanno funzionato - spiega Bertolaso - è stata criticata l'eccessiva prudenza, con il blocco dei voli da e per la Cina, il controllo in aeroporto della temperatura dei passeggeri ma erano misure giuste perché di fronte a un virus di cui ancora oggi si sa molto poco era giusto alzare le difese e quella è stata una fase positiva. Non è stato positivo il sistema dell'informazione, troppe persone che parlavano, c'era addirittura chi spingeva per riaprire i voli verso la Cina, ma per fortuna dalla protezione civile hanno tenuto duro e questa apertura non c'è stata altrimenti oggi la polemica sarebbe stata su questo tema". "Purtroppo - continua Bertolaso all'Adnkronos - temo ci sia stata una scarsa valutazione dei fenomeni che arrivavano negli ospedali, sicuramente ci si è un po' 'cullati' sul fatto che erano state adottate misure importanti e forse si pensava che sarebbero state sufficienti per evitare il diffondersi del coronavirus ma evidentemente qualcuno è sfuggito al controllo: forse qualche passeggero arrivato da un altro aeroporto o qualche caso sarà stato scambiato per influenza e questo potrebbe essere stato l'errore che ha permesso la diffusione del contagio". "Io ora sono in Australia, paese più vicino alla Cina, ma non vedo mascherine, si vive normalmente - conclude -, ci sono delle indicazioni per chi è stato in Cina ma tutto scorre in maniera tranquilla".

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