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Maxi truffa all'Ue sui fondi agricoli

04 marzo 2020 | 07.30
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24 misure cautelari, 4 in carcere. In manette anche funzionari della Regione Sicilia

(Fotogramma)
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Scoperta una maxitruffa sui fondi agricoli all'Unione europea e alla Regione siciliana che ha portato agli arresti anche dei funzionari della Regione. I finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale di Palermo nei confronti di 24 persone, di cui 4 sottoposti a custodia cautelare in carcere, 12 ristretti agli arresti domiciliari, 8 sottoposti all’obbligo di dimora nel comune di residenza con contestuale obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Con lo stesso provvedimento il Gip ha disposto il sequestro preventivo di 14 imprese, 3 delle quali con sede all’estero (Ungheria, Austria e Romania), per un valore di circa 24 milioni di euro, nonché il sequestro, anche per equivalente, di disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili per oltre 12,5 milioni di euro, pari all’ammontare dei contributi pubblici indebitamente percepiti. Bloccata, inoltre, l’erogazione di contributi indebiti per ulteriori 3,5 milioni di euro. I reati contestati sono, a vario titolo, associazione per delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità materiale e ideologica in atto pubblico, rivelazione di segreto d’ufficio, soppressione e occultamento di atti pubblici. Le indagini dei Finanzieri del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo si sono concentrate sull’iter di concessione di finanziamenti pubblici in agricoltura nell’ambito dei PSR (Programma di Sviluppo Rurale) Sicilia 2007/2013 e 2014/2020 che ruotano intorno all’I.P.A. (Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura) della Regione Sicilia, ente deputato alla valutazione circa l’ammissibilità delle istanze volte ad ottenere le pubbliche provvidenze, di origine europea e nazionale.

Dalle attività svolte, sono nati due filoni di indagine: il primo relativo alla percezione indebita di rilevanti finanziamenti pubblici, il secondo, invece, incentrato sull’operato dei funzionari pubblici deputati al controllo dei requisiti e all’attribuzione dei punteggi per l’ammissione al contributo delle domande di finanziamento.

Le indagini "hanno ricostruito articolati artifici e raggiri consistiti nell’aver documentato costi superiori a quelli effettivamente sostenuti per la realizzazione dei programmi di investimento oggetto di pubblica contribuzione, attraverso false fatturazioni da parte di società italiane ed estere". E' quanto dicono gli inquirenti. Inoltre avrebbero "utilizzato documentazione mendace, sia di natura bancaria che amministrativo-contabile" e "falsificato certificati dell’ASP di Palermo".

Le attività investigative, svolte anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e servizi di appostamento e pedinamento, nonché sfruttando i canali della cooperazione internazionale di polizia, "hanno consentito di accertare l’esistenza di una spregiudicata consorteria criminale". Ne sono convinti gli inquirenti. Secondo la Procura di Palermo la consorteria sarebbe stata "ideata, promossa e diretta dai fratelli imprenditori Di Liberto, finalizzata all’ottenimento, in modo illecito, di rilevanti finanziamenti pubblici concessi dalla Regione Siciliana e alla perpetrazione di reati di falso, con la connivenza di professionisti" e "di Filippo Cangialosi, funzionario istruttore presso l’I.P.A. di Palermo".

I fratelli Di Liberto "anche mediante fatture false, sono riusciti a incassare indebitamente non solo le erogazioni afferenti alle domande di finanziamento, ma, nel mese di dicembre 2019, anche la prima tranche di una terza domanda di finanziamento, presentata sempre a nome della Di Liberto S.r.l. a valere sulla misura 4.2 del PSR Sicilia 2014/2020, per un ammontare complessivo di circa 2,5 milioni di euro".

L'inchiesta inoltre "ha consentito di accertare l’esistenza di pratiche clientelari tese a favorire illegittimamente domande di finanziamento rientranti nell’ambito dei citati Psr Sicilia 2007/2013 e Psr Sicilia 2014/2020, poste in essere da pubblici ufficiali in servizio presso l’Ipa di Palermo".

"I riscontri effettuati dalle Fiamme Gialle hanno consentito di accertare l’esistenza di molteplici cointeressenze tra i soggetti privati proponenti le domande di finanziamento e i dirigenti/funzionari dell’Ipa di Palermo, finalizzate all’illecito ottenimento di rilevanti finanziamenti pubblici concessi dalla Regione Siciliana attraverso l’alterazione o addirittura la sostituzione dei documenti posti a supporto delle richieste", spiegano gli investigatori.

C'è anche l’ex sindaco di San Cipirello (Palermo) Vincenzo Geluso tra le persone arrestate. Oggi Geluso è componente dell’Ufficio di gabinetto dell’assessore regionale all’Agricoltura.

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