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Coronavirus: barista Codogno, 'chiuso dal 21 febbraio, situazione grave'

16 marzo 2020 | 12.57
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Bar Antica torrefazione codognese
Bar Antica torrefazione codognese

(di Silvia Mancinelli) - "La situazione qui a Codogno sta diventando grave. Io lavoro con mia moglie, abbiamo una figlia che sta preparando la maturità e lo stipendio non arriva. Le spese continuano ad aumentare, le tasse, le bollette, quando dovremo pagarle saranno tutte insieme e di fatto insostenibili". Così, all'Adnkronos, Luca Ercoli titolare dell'Antica torrefazione codognese da 23 anni. "Ho abbassato la saracinesca il 21 febbraio scorso - racconta - non riaprendo nemmeno il 9, 10 e 11 marzo, quando si poteva. Ho capito che qualcosa non andava, che bisognava aspettare, che la gente non è pronta a ricominciare la propria vita rispettando le misure imposte, alla fine i miei colleghi che hanno aperto hanno avuto più questioni che guadagni".

Il titolare del bar di via Alberici, nel centro di Codogno, sarebbe dovuto ripartire con l'attività oggi e invece si è ritrovato a continuare una quarantena non più loro, che non hanno più casi, ma di tutta Italia. "Ora siamo puliti, ma rischiamo di dover ricominciare tutto da capo per la riapertura della zona rossa - spiega - Ancora non sappiamo quando riapriremo, almeno fin dopo Pasqua staremo così e nel frattempo diventeranno due mesi di inattività. Il bar è a conduzione familiare, lo stipendio non arriva e non sappiamo come fare".

"Andiamo avanti col quasi niente - continua il barista di Codogno - si vive con l'incasso settimanale che non c'è da un mese. Le spese ci sono, i pagamenti sono solo procrastinati, mi chiederanno i soldi ma né io né mia moglie stiamo lavorando. Siamo chiusi in casa da un mese quasi, ma per gli altri che prima hanno fatto quello che volevano abbiamo dovuto allungare la nostra quarantena. La gente è già scocciata in casa da pochi giorni, noi ci stiamo da 25. Oltretutto chi è dipendente e sta a casa viene comunque retribuito ma noi che abbiamo una attività in proprio non guadagniamo niente e dovremo far fronte ugualmente a tutte le spese. Se non sospendono tutto, noi questa situazione la pagheremo anche per un anno".

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