(di Silvia Mancinelli) - "La chiesa è sempre aperta, tranne in due momenti della giornata, alle 10 e alle 17,30, dove la messa e il rosario sono celebrati in privato tra noi sacerdoti, senza fedeli. Incontro la gente con la mascherina e, solo in caso di emergenze o richieste particolari, vado nelle case dei fedeli. C'è chi mi ferma per strada, mi chiede preghiere". Lo racconta all'Adnkronos don Iginio Passerini ("con il sindaco - precisa - è solo omonimia", ndr), da quattro anni parroco della chiesa di San Biagio e della Beata Vergine Immacolata di Codogno.
"Qui i casi di Coronavirus sono diminuiti - dice - ma ce ne sono ancora. La responsabilità favorisce il contenimento del contagio e anche da parte nostra cerchiamo di fare il possibile per rispettare le disposizioni. La preoccupazione è tanta, cerchiamo di dar speranza e invitiamo la gente a pregare. E' strano celebrare messa in privato, si avverte il momento eccezionale. Ma passerà - aggiunge il parroco - deve passare per forza. Vediamo il confine entro il quale finisce il tunnel".
E su Papa Francesco, andato a piedi a venerare il crocifisso che fu portato in processione per i quartieri di Roma durante la peste, don Iginio Passerini dice: "E' andato a pregare e a chiedere la benedizione per la gente. Ha fatto bene, è un gesto di pellegrinaggio e anche noi, non solo in questa occasione ma anche fuori dall'emergenza, andiamo a piedi fino in chiesa per poi tornare alla vita ordinaria".
