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Burioni: "Non mi stupirei se contagiati fossero 5 volte di più"

22 marzo 2020 | 21.48
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Il virologo: "Ultimi dati non devono rasserenare"

(Fotogramma)
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"Da medico non mi stupirei se nel nostro paese i contagiati fossero cinque volte di quelli ufficiali": E' il monito del virologo Roberto Burioni, intervenendo a 'Che tempo che fa'. .

"Non dobbiamo guardare con particolare attenzione al numero dei contagi, perché è molto sottostimato. E' difficile fare una stima precisa", ha spiegato. "Allo stesso modo - dice -io, da medico, seguo una ventina di persone che hanno certamente il coronavirus, ma a nessuno è stato fatto il tampone. In questo momento non è necessario fare il tampone a tutti, dobbiamo comportarci come se ognuno di noi fosse infettivo". E ancora: "Il problema è che si è infettivi due giorni prima del sintomo - spiega Burioni - questi pazienti a casa che non hanno gravi sintomi, hanno diagnosi clinica ma senza test, devono uscire ma prima di uscire devono essere certi che non hanno il virus".

"I dati di oggi sul coronavirus non ci devono rasserenare, la partita è ancora aperta", aggiunge commentando i dati odierni. "Dobbiamo pensare non a quei pochi che trasgrediscono ma alla grandissima maggioranza degli italiani che ha fatto il proprio dovere - dice - Abbiamo visto in Cina che i primi frutti si sono avuti 14 giorni dopo il lockdown. Chiaramente è un segno molto tenue e debole, però ci autorizza a pensare che tutti i sacrifici che stiamo facendo sono utili. Ma ci invita a essere ancora più rigorosi perché è davvero una partita ancpra aperta".

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