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Coronavirus, Sala: "All'inizio a Milano situazione non compresa"

30 marzo 2020 | 20.51
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"Da sindaco penso a piccola economia, minima ma fondamentale"

(Fotogramma)
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"Mi prendo le mie responsabilità e la mia risposta è una sola: continuare a lavorare e cercare di fare del mio meglio. È qualcosa su cui anche la scienza non ha mai dato un conforto assoluto. Non voglio dirlo a titolo di scusante, ma certamente anche noi sindaci abbiamo a volte camminato un po' sulle uova". Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala, parlando ai microfoni di 'SkyTg24' delle incertezze nella gestione dei primissimi giorni dell'emergenza in Lombardia e a Milano.

"Il mio giudizio è che è così anche per la cittadinanza - ha detto Sala -. Poi a volte è facile criticare, a volte mi prendo anche tanti insulti, è nel mio ruolo e bisogna saperlo accettare, quello che faccio semmai è capire qual è l'umore della cittadinanza, e qui torno a questo percorso: c’è stata una fase in cui l'umore della cittadinanza, e secondo me sarebbe sbagliato negarlo, era di non comprensione della gravità della cosa, di tutti noi".

"Ai miei cittadini – ha proseguito Sala - chiedo di ragionare in maniera discontinua, di immaginare che questo periodo sarà tutto diverso e a loro prometto di essere qui tutti i giorni per cercare di far comunque funzionare la città e prometto un’altra cosa e cioè che stiamo lavorando per cercare di capire come si potrà riaprire. Al mio Paese , all'Italia, chiedo di affrontare questa crisi, è difficile dire come un’opportunità, a me non viene ancora, ma come l'occasione per cambiare pelle”.

Quanto al'impatto economico del virus, "da sindaco - ha aggiunto Sala -devo pensare alla piccola economia: la pizzeria, la cartoleria, l'operatore culturale, per aiutarli a riaprire perché sarebbe davvero un disastro. Abbiamo lanciato questo fondo di muto soccorso destinato ad aiutare quest'economia minima ma fondamentale".

"Oggi noi non abbiamo nessuna previsione di riapertura delle scuole, quindi, siccome supponiamo che per un certo tempo le lezioni saranno ancora online, abbiamo messo in campo questa iniziativa, abbiamo chiesto ai presidi di fare una verifica con le famiglie dei loro ragazzi, per capire chi non ha un computer. Stiamo chiedendo a produttori e distributori di computer di regalarceli, in maniera tale che possiamo passarli alle famiglie”. Per quanto riguarda la connettività delle famiglie, ha spiegato Sala, a Milano "c’è una buona disponibilità di banda, i luoghi dove non c’è banda sono oggettivamente pochi. Il punto è che con questa crisi credo sia necessario chiedere ai grandi operatori di telecomunicazioni di aiutare anche loro quella fascia di popolazione che è più in difficoltà e che fa fatica anche a pagare questo tipo di servizio”. Sala ha poi affrontato il tema tamponi e test anticorpi: "È chiaro che la sanità dipende dalla Regione - ha sottolineato - ma è altrettanto chiaro che poi i cittadini guardano spesso il sindaco. Abbiamo un tavolo aperto tra i sindaci dei capoluoghi lombardi e la Regione e noi sindaci stiamo chiedendo che in particolare quelle fasce di popolazione che sono più esposte al rischio, il personale sanitario o il nostro personale, che è in mezzo alla gente, alla città e deve lavorare, chiedendo che a costoro vengono fatti i tamponi". "Onestamente - ha concluso - io sono altrettanto interessato a questi test sugli anticorpi, che misurano una cosa diversa, verificano il fatto che tu abbia avuto questo contagio e ora tu sia immune, anche se non si sa per quanto tempo e si presume almeno sei mesi. È importante perché magari la malattia è stata fatta senza sintomi, ma più di altri si può essere immesso nella società e nel mondo del lavoro. A nostro avviso sono importanti gli uni e gli altri”.

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