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Coronavirus: Mezzomo (trasportatori)'camion da nord a sud ripartono vuoti, vendite dimezzate'

31 marzo 2020 | 14.44
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Filomena Mezzomo, titolare Ideal Trasporti Logistica di Fondi
Filomena Mezzomo, titolare Ideal Trasporti Logistica di Fondi

di Silvia Mancinelli

"Le prime ripercussioni non le abbiamo avvertite subito, quando si è iniziato a parlare di Coronavirus si continuava a lavorare in modo più o meno tranquillo, caricavamo dal mercato di Fondi diretti al nord e poi di nuovo verso sud, con nuova merce alimentare. E' stato è a distanza di qualche giorno che abbiamo cominciato a capire che qualcosa stava cambiando". A parlare all'Adnkronos è Filomena Mezzomo, titolare della Ideal Trasporti Logistica, una azienda con sede a Fondi, da giorni zona rossa nel Lazio, che effettua trasporti sia in territorio nazionale che internazionale con 15 automezzi e più di 20 dipendenti all'attivo.

"Molte aziende hanno iniziato a lavorare da casa, noi di contro abbiamo riscontrato i primi problemi per strada - racconta Filomena - gli autisti si ritrovavano gli autogrill chiusi, non gli era più consentito andare nei bagni delle aziende alle quali portavano la merce, i caffè in sosta gli venivano portati fuori. Poi ha iniziato a cambiare il lavoro: il fatto di partire da Fondi, dove siamo diventati zona rossa, con le limitazioni di giorni e orari messe necessariamente dal Mof, ci ha imposto una diversa gestione della parte logistica: il lunedì il mercato è chiuso, (https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/03/20/coronavirus-direttore-mof-fondi-flessione-del-mercato-retto_p35g6IfdY1JfiRTKkrmkbP.html) gli altri giorni è aperto fino alle 14 e bisogna caricare in fretta la mattina.

E' subentrata la difficoltà di non avere più i carichi di ritorno dal nord verso sud, altro problema grave perché laddove prima tra il carico dell'andata e del ritorno avevamo un margine di guadagno ora non lo abbiamo più e non possiamo certo andare dai clienti a dirgli che ci devono pagare di più perché non abbiamo i carichi di ritorno: è una spesa che dobbiamo sostenere noi come azienda oltre ad avere anche problemi ad incassare.

Tante le aziende che iniziano a non pagare - incalza la titolare della società di trasporti - ci dicono che non c'è la parte amministrativa, che non possono effettuare il pagamento. Penso che tutti stiano cercando di mantenere la liquidità e non tirar fuori i soldi. Mi sembra assurdo che se è stato fatto un lavoro 60 giorni fa ora non mi possano pagare la fattura. Come penso che la mancanza di carichi dal nord verso il sud di merce che non sia frutta e verdura sia dovuta al fatto che tutti cercano di comprare il necessario, perché la gente ha cominciato a finire i soldi. Di conseguenza sono calate anche le vendite e quindi non abbiamo più carichi per scendere. Ho fatturato il 50% in meno rispetto al mese scorso, ma, senza esagerare, il 70% in meno rispetto all'anno scorso.

Ma il problema non riguarda solo i prodotti alimentari. "Faccio anche il trasporto di piante, ovviamente non un bene di prima necessità, ma è un lavoro che si fa in questo periodo, il primo che si è fermato - spiega Mezzomo - i camion partiti per fare le consegne sono dovuti tornare indietro, un'altra spesa che ci siamo dovuti accollare e d'altronde non è colpa di nessuno se fiorai e grossisti chiudono. Questo ovviamente vale anche oltre confine. Dalla sera che è stata chiusa la Francia gli autisti sono tornati indietro coi camion carichi di piante, merce non a lunga conservazione che va buttata una volta. Tanta la merce trinciata. Un disastro, ho visto immagini che fanno piangere il cuore. E' una situazione bruttissima e che mi ha causato più danni rispetto al resto, perché ovviamente la stagione è finita, bisognerà aspettare l'anno prossimo. Ho paura - dice ancora - perché è vero che tante aziende sono chiuse ma noi continuiamo ad avere spese, siamo in prima linea, e se lo Stato poi deciderà di non aiutarci perché siamo stati gli unici a lavorare non so come andrà a finire.

Ma aiuti ai camionisti che stanno continuando a portare avanti il Paese sono arrivati? "Niente - risponde la titolare della società - abbiamo contattato noi le società leasing perché il decreto Cura Italia ne prevedeva la sospensione, ma ancora non ho ricevuto risposta. A tutt'oggi non c'è ancora nulla, è 31 e scadono tutte le rate dei leasing e dovremo comunque pagare tutto. Le associazioni di categoria ci dicono che il decreto esiste e le società lo devono rispettare, ma non posso rimandare indietro le rate e rischiare di diventare cattivo pagatore. I camion che abbiamo a leasing vanno pagati. Molte aziende dovranno chiudere. Forse non hanno proprio capito in che tipo di emergenza siamo. Ieri un'autista mi ha detto che è stato tutto il giorno senza mangiare perché non c'è un posto dove fermarsi, il caffè glielo portano fuori. Alle 18 chiude l'autogrill. E noi siamo quelli che stiamo salvando l'Italia? Così ci tutelano?".

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