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Arezzo, uccise pedone e bruciò auto: confessa 32enne

02 aprile 2020 | 11.05
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Dopo un mese i carabinieri hanno scoperto il pirata della strada. Il giovane dopo aver investito un senzatetto non si fermò a soccorrerlo. Nei suoi confronti ora pende l'accusa di omicidio stradale aggravato

Arezzo, uccise pedone e bruciò auto: confessa 32enne

Omicidio stradale. È l'accusa contestata a un 32enne italiano, operaio, residente a San Giovanni Valdarno (Arezzo), a un mese dal ritrovamento del cadavere di un senzatetto, 55enne italiano, originario della provincia fiorentina, a San Giovanni Valdarno, lungo la Strada regionale 69, nei pressi con l'incrocio di via Spartaco Lavagnini. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, che hanno condotto le indagini, la vittima, che nella notte del primo marzo vagava nella zona, fu investito dall'automobilista che dopo l'incidente non si fermò a prestare soccorso. E per sviare i sospetti sulla sua persona, dette fuoco all'auto, poi ne denunciò falsamente il furto. Infine, messo alle strette dai carabinieri, ha confessato di essere lui il pirata della strada.

I carabinieri sono riusciti a ricostruire la dinamica dell'investimento mortale. Quella notte il 32enne, incensurato, aveva trascorso una serata in compagnia di amici in un locale di Loro Ciuffenna (Ar). Durante il tragitto di ritorno, a notte fonda, era avvenuto il fatale impatto, verosimilmente poiché il conducente dell'auto non si era accorto della sagoma del senza tetto al lato della strada.

Ma dopo il tragico impatto, invece di fermarsi per soccorrere la vittima, il 32enne si era dato alla fuga senza una meta decidendo, infine, di abbandonare l'autovettura in aperta campagna e fare rientro a casa a piedi.

Nel primo pomeriggio del giorno successivo, era ritornato nel luogo dove aveva abbandonato l'autovettura, per darle fuoco: il veicolo, una Fiat 500, è risultato così completamente distrutto, tranne la targa anteriore.

Successivamente l'investitore si era recato presso la caserma de carabinieri per denunciare il presunto furto dell'autovettura, in circostanze che sono parse subito sospette ai militari per l'inconsistenza del racconto.

Nel frattempo i carabinieri, intervenuti sul posto già dalle prime luci dell'alba, avevano già provveduto a tutti i rilievi del caso e passato al setaccio tutte le telecamere ritenute d'interesse, da quelle pubbliche a quelle private, acquisendo i primi elementi utili che hanno permesso di concentrare i sospetti proprio sul proprietario dell'automobile data alle fiamme.

Martedì scorso i carabinieri hanno effettuato, su delega della Procura della Repubblica di Arezzo che aveva concordato con gli elementi fino a quel momento raccolti, una perquisizione domiciliare presso l'abitazione del 32enne. Alla vista dei militari l'uomo, però, ha sentito traballare la sua messinscena e ha confessato, fornendo riscontri che sono risultati utili e che sono stati rimessi al vaglio dell'autorità giudiziaria.

Al momento l'investitore risulta, pertanto, indagato in stato di libertà per i reati di omicidio stradale aggravato dalla fuga, incendio con l'aggravante di aver cercato di inquinare e distruggere le prove e simulazione di reato in relazione alla falsa denuncia di furto.

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