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Coronavirus, primo morto tra i detenuti. Garante: "Altri 2 contagiati"

02 aprile 2020 | 13.24
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La vittima aveva 76 anni ed era agli arresti domiciliari presso l'ospedale di Bologna. Palma: "Seriamente preoccupato, intervenire in fretta per ridurre i numeri". Antigone: "Non si perda più tempo, confermate le nostre preoccupazioni"

Foto Fotogramma
Foto Fotogramma

Prima vittima del coronavirus tra i detenuti. Si tratta di un uomo di 76 anni morto in ospedale a Bologna, dove era ricoverato. Lo confermano fonti del Dap, precisando che il detenuto non era più in carico al carcere bolognese perché l'autorità giudiziaria gli aveva concesso gli arresti domiciliari presso l'ospedale Sant'Orsola di Bologna. Lì dopo alcuni giorni di ricovero gli era stato fatto il tampone, risultato positivo.

Ma nel carcere di Bologna ci sono altri contagiati. A darne notizia è Mauro Palma, garante nazionale dei diritti dei detenuti. "Due persone detenute risultano positive - ha affermato - e sono in isolamento, mentre altre quattro, che erano entrate in contatto con le persone ora in isolamento, sono in domiciliazione fiduciaria (quarantena)". Inoltre, aggiunge il Garante, "secondo quanto riferito ufficialmente dalla direttrice dell’Istituto, vi è un caso di positività tra il personale di Polizia penitenziaria e altri tre sono in domiciliazione fiduciaria. Nell’Istituto sono stati effettuati 150 tamponi, 92 su persone detenute e 58 su poliziotti".

Il timore del garante è amplificato dal sovraffollamento delle nostre carceri. "Oggi le persone detenute presenti negli Istituti penitenziari sono 57.097 a fronte di una disponibilità reale di posti di 47.482", riferisce Palma. "Come abbiamo più volte detto, la situazione di sovraffollamento delle carceri rappresenta un fattore di ampliamento del rischio. Occorre, lo diciamo ancora una volta, continuare a intervenire, ma con maggiore ampiezza e velocità per ridurre i numeri e la densità della popolazione penitenziaria".

"Il numero delle persone detenute positive al coronavirus - aggiunge Palma - si mantiene limitato a 21 casi". Ma "l’apertura di reparti di isolamento in molti istituti, 210 reparti in 156 Istituti, non è abbastanza e soprattutto non garantisce il reale isolamento - spiega il Garante - essendo talvolta utilizzate stanze multiple e docce comuni, e quindi l’effettiva tutela della salute dei singoli e della collettività, come sancito dall’articolo 32 della Costituzione".

"Bisogna fare presto, ogni giorno la tensione sale. Le forze si riducono. Il personale sanitario e della penitenziaria sta lavorando ai limiti dell’eroismo", dice all'Adnkronos il cappellano del carcere della Dozza di Bologna. "La situazione - sottolinea don Marcello Mattè che per l’emergenza Covid-19 non può entrare nel penitenziario - è senza precedenti. Mancano risorse, strutture, e bisogna fare presto perché non venga legittimato un trattamento disumano contro la Costituzione".

Sollecitazione analoga viene ribadita dall'Associazione Antigone. "Il primo detenuto morto per Covid-19 conferma tutte le nostre preoccupazioni sulle conseguenze tragiche di un contagio all'interno delle carceri. Per questo non si può più perdere tempo", afferma il presidente Patrizio Gonnella.

"Bisogna subito intervenire per ampliare le insufficienti misure previste nel decreto Cura-Italia. Bisogna mandare agli arresti domiciliari almeno altri 10.000 detenuti tra quelli che hanno un fine pena breve e coloro - chiede Gonnella - che soffrono di patologie o hanno età per cui un contagio potrebbe essere fatale". "In questo momento di grande sforzo da parte del governo il carcere - sottolinea il presidente di Antigone - rischia di essere un luogo a rischio anche per gli operatori. Oltre 120 poliziotti sono già risultati positivi - ricorda - senza contare medici, infermieri penitenziari e ovviamente i detenuti. Il governo deve intervenire subito".

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