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Coronavirus, Crisanti: "Manca ancora farmaco vero come fu per Ebola e Sars"

09 aprile 2020 | 10.05
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"Tornare a normalità sarà processo lungo e progressivo". E aggiunge: "Test anticorpali non credo siano la risposta giusta"

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

"Questa è una fase in cui non c'è una terapia che funzioni al 100 per cento: si prova qualsiasi cosa. Ma questo riflette la grande necessità di trovare dei composti attivi: in qualche modo, anche per uso compassionevole, viene sperimentato qualsiasi farmaco che sembra avere un effetto. E' la stessa situazione che è accaduta per Sars ed Ebola". Lo ha detto al Messaggero l'epidemiologo Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Virologia e Microbiologia dell'Università-azienda ospedale di Padova "La combinazione che ora si usa di più è la clorochina, che è un antimalarico, insieme alla azitromicina, un antibatterico. E pare che funzioni - aggiunge l'epidemiologo - Sono farmaci che interferiscono con alcuni processi della cellula che sono importanti per l'assembramento dei vari componenti del virus. In qualche modo ne ritardano la moltiplicazione".

Sulla curva dell'epidemia e relative speranze, Crisanti ribadisce: "Le misure di distanziamento sociale stanno cominciando a fare effetto, una buonissima notizia. Gli italiani però a questo punto meritano trasparenza e un programma. Questo approccio scandito ogni 15 giorni disorienta le persone. Serve un piano, con criteri ben precisi e una strategia chiara su come reprimere i focolai che eventualmente ripartono. Ma spetta al governo tracciare la strada".

"Per tornare alla normalità dobbiamo prepararci bene. Sarà un processo lungo e progressivo", ha detto ancora Crisanti che respinge l'ipotesi di poter ripartire presto con le attività: "Presto? Non è un avverbio temporale adatto in questa situazione. Piuttosto, meglio pensare a come si può tornare alla normalità di sicurezza". E spiega: "Bisogna tracciare i contagiati, aumentare la produzione e la distribuzione di mascherine per tutti". "I test anticorpali non credo siano la risposta giusta - aggiunge Crisanti - perché al momento hanno dei problemi. L'unica certezza che abbiamo è il cosiddetto tampone". I test sierologici sono da fare "in determinate circostanze per prevenire un'infezione".

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