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Coronavirus, Licia Colò: "Cina vieta cani e gatti come cibo? Aspetto a cantar vittoria"

10 aprile 2020 | 14.22
LETTURA: 2 minuti

Coronavirus, Licia Colò:

di Ilaria Floris

"Mi auguro che sia una cosa che si verificherà davvero. Non voglio essere negativa, ma io sono abituata a non fidarmi tanto quando ci sono interessi economici dietro. Poi, per carità, ogni cambiamento va accolto con entusiasmo. Purtroppo in Cina è un fatto culturale, ed è molto difficile da superare". A sottolinearlo all'Adnkronos è Licia Colò, commentando la notizia di oggi che annuncia che in Cina per la prima volta, complice il Coronavirus, cani e gatti sono stati esclusi da un elenco ufficiale di animali commestibili perché classificati non più come 'bestiame' ma come 'animali domestici'.

Detto ciò, mi farebbe piacere capire se da un lato c'è solo il divieto di mangiare carne di cani e gatti, o dall'altro c'è anche il divieto di massacrare cani e gatti. Perché in Cina i cani e i gatti vengono uccisi per le pellicce. In Italia sono vietati da tempo, ma ricordiamo che, ad esempio, i parka fino a qualche anno fa avevano inserti di cani e gatti", sottolinea la conduttrice.

"E' solo una questione di nutrimento o la differenza sta nella tortura di questi animali? - si chiede la Colò - Perché se è solo un fatto di alimentazione ma nel frattempo continuano a scuoiarli è inutile". E conclude: "Alla fine diventa solo per la tutela di noi stessi, quindi prima di cantar vittoria vorrei sapere se oltre alla tutela di noi stessi c'è anche la tutela degli animali".

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