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Coronavirus, oltre 20400 morti in Italia

13 aprile 2020 | 18.11
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Sono 566 i decessi in un giorno. I guariti, in totale, sono 35435. I casi attualmente positivi sono 103616. Rezza: "Quello dei decessi è l'ultimo indicatore che vedremo deflettere". In Lombardia 280 decessi nelle ultime 24 ore

(Fotogramma)
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Sono 20465 i morti in Italia nella crisi coronavirus. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati altri 566 decessi, secondo i dati diffusi dalla Protezione Civile. I guariti, in totale, sono 35435. I casi attualmente positivi sono 103616. In isolamento domiciliare 72333 persone, mentre 28023 sono ricoverate con sintomi (+176). I pazienti in terapia intensiva sono 3260: il numero continua a calare (-83).

I dati dell'emergenza in Italia

Sono 159.516 i casi totali di coronavirus in Italia, +3.153 rispetto a ieri. Sono stati 1.046.910 i tamponi effettuati. Oggi sono 1.224 i guariti che salgono a 35.435 in totale.

Borrelli, dopo aver ricordato che "sono stati donati oltre 117 mln"e ne sono stati già spesi "quasi 25 mln per l'acquisto di ventilatori e dpi", ha fatto sapere - rispondendo a una domanda su un post di un medico, poi morto per coronavirus, che lamentava come a lui, a differenza di alcuni politici, non fosse stato fatto il tampone - che sui tamponi c'è stata "una difficoltà iniziale" ma i tamponi vengono fatti sulla base delle "regole dell'Oms" e non ci sono "corsie preferenziali: bisogna vedere caso per caso perché non sono stati fatti in certe occasioni, ma mi sento di escludere categorie di privilegiate". "I tamponi vengono fatti quando ce ne è bisogno, nel caso specifico non conosco la situazione", ha continuato Borrelli. fatti sulla base delle "regole dell'Oms" e non ci sono "corsie preferenziali: bisogna vedere caso per caso perché non sono stati fatti in certe occasioni, ma mi sento di escludere categorie di privilegiate".

"I segnali sono positivi, ma siamo ancora in Fase 1", ha detto dal canto suo Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità. "Quello dei decessi è l'ultimo indicatore che vedremo deflettere", ha poi aggiunto, osservando - Riguardo ai nuovi casi - che "non siamo in Cina" e "c'è una tendenza ai contagi in famiglia". L'esperto ha però ricordato che in Italia non si è assistito a un vero e proprio picco e che "senza misure la curva avrebbe continuato a crescere".

Insomma ora "gli indicatori sono positivi, ma serve cautela perché il virus circola. Quindi non posso che essere d'accordo con Locatelli" sulla necessità di rinviare a settembre la riapertura delle scuole.

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