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Coronavirus, Soro: "Dalla App pochi rischi per privacy"

18 aprile 2020 | 08.59
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Il Garante: "Ma gli italiani devono collaborare". E "stop al fai-da-te delle Regioni"

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

"Io non conosco la app su cui è caduta la scelta del governo. Nella fase della selezione, però, l’ufficio del Garante ha avuto una intensa interlocuzione con il ministero dell’Innovazione, al quale abbiamo fornito indicazioni molto chiare rispetto sia alla tutela dei dati personali, sia alla migliore tecnologia per garantirla. Un orientamento peraltro condiviso dalla Commissione europea e mi pare recepito da Immuni, che punta a privilegiare il sistema bluetooth con la pseudonimizzazione dei dati identificativi". Lo afferma Antonello Soro, garante per la Privacy, in un'intervista al quotidiano 'La Repubblica' precisando che "le regole fissate dall’Europa per il tracciamento: no alla geolocalizzazione, sì alla tecnologia bluetooth, anonimato e volontarietà".

"Il sistema di tracciamento con la pseudonimizzazione dei dati identificativi funziona così: ogni 15 minuti il bluetooth rilascia un codice alfanumerico. Questa sequenza di codici resta immagazzinata su ogni singolo telefonino. Viene decodificata solo quando si individua un positivo e allora occorre ricostruire la catena epidemiologica dei suoi contatti. - continua Soro - Lo scopo del tracciamento coincide con l’esigenza di sottoporre ad accertamenti quanti siano entrati in contatto con un soggetto positivo o, comunque, di adottare le misure utili a prevenire il contagio. Ma il sistema funziona solo se verrà adottato da almeno il 60% degli italiani. Ai quali bisogna far capire che il diritto alla salute è un interesse collettivo: solo se lo perseguiamo tutti, in modo solidale, riusciremo a centrare l’obiettivo. Da qui anonimato e volontarietà come principi cardine".

"Ciò che mi preoccupa è il fatto che tutte le Regioni stanno adottando specifiche app regionali che contrastano con la strategia che occorre seguire in queste circostanze. Ovvero uniformare al massimo i comportamenti per inserire il data tracing in una strategia più generale che ci consenta di scongiurare nuovi focolai. Ma se ogni regione adotta la sua app e si fa il suo tracciamento, il potere persuasivo viene meno e il rischio di trattamento scorretto dei dati aumenta a dismisura", conclude Soro.

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